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Fulco di Verdura (Italia)

26/05/2019 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo Diana Vreeland con alcuni capolavori di Fulco di Verdura da lei posseduti.

Fulco Santostefano della Cerda, duca di Verdura (Palermo,  1898 – Londra, 1978), è stato un artista italiano, coetaneo e cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.  È ritenuto un’icona di stile del XX secolo. Conobbe e frequentò personaggi come Coco Chanel e Salvador Dalí…  continua a leggere su Wikipedia

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Fulco Santo Estéfano Della Cerda, conde di Verdura. Fue un aristócrata italiano que revolucionó la joyería del siglo XIX con diseños inspirados en su infancia transcurrida en una villa siciliana del siglo XVIII. Amigo de Coco Chanel y de Cole Porter, figura infaltable en las reuniones de la high society de Europa y América por más de cuatro décadas, este año se cumplen 75 años de la apertura de su primera maison.

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Diana Vreeland coco chanel fulco di verdura cctm oro

immagine: Diana Vreeland con alcuni capolavori di Fulco di Verdura da lei posseduti.

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Diana Dalziel coniugata Vreeland (Parigi, 29 settembre 1903 – New York, 22 agosto 1989) è stata una giornalista statunitense di origine francese, specializzata nella moda. È considerata un’icona della moda e lo stile negli anni sessanta, venendo tuttora ricordata come una delle personalità più influenti del settore.

La sua carriera si sviluppa tra il 1936 e il 1975 tra gli uffici delle riviste Harper’s Bazaar e Vogue, fino ai corridoi dei musei del MET lasciando un’impronta indelebile nel settore.

Dopo il suo matrimonio nel 1924 con Thomas Reed Vreeland si trasferisce a Londra dove inizia la sua carriera nella moda aprendo un negozio di biancheria intima ( tra le sue clienti si possono trovare anche Wallis Simpson, che presto sarebbe diventata la Duchessa di Windsor).

Inoltre sono costanti le sue visite a Parigi che le permettono di avvicinarsi al mondo dell’alta moda.

Come editorialista per Harper’s Bazaar, dal 1936 fino alle sue dimissioni nel 1962 Diana Vreeland diresse una colonna per Harper’s Bazaar intitolata “why don’t you?”

Rubrica in cui offriva nel suo stile unico e personale, suggerimenti e consigli così stravaganti che attirarono subito l’attenzione dei lettori, proposte irriverenti e divertenti che definivano una personalità unica.

Fu promossa alla posizione di redattrice di moda nel 1939 e nel frattempo, anche fuori dagli uffici, Diana Vreeland era ormai un personaggio iconico di New York, dove manteneva una vita sociale altrettanto vigorosa.

Da Harper’s Bazaar approdò a Vogue nel 1962. Dove da subito compii una rivoluzione eliminando i manichini e presentando alle lettrici servizi fotografici con modelle inserite in contesti narrativi specifici, veri e propri reportage di moda, come siamo abituati a vederne oggi nei moderni periodici.

La rivista di moda non fu più la stessa, grazie a lei divenne un manifesto di femminilità, grinta e forza, caratteristiche che influenzeranno la donna del ‘900.

Fu redattore capo dal 1963 al 1971.

Nel 1971 divenne consulente per il Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York; la sua personalità alla moda e colorata venne percepita come un’opportunità per rivitalizzare le mostre.

Durante questi anni si occupò di mostre come “Balenciaga”, “La donna del XVIII secolo”, “Romantic and Glamorous Hollywood Design”, “La gloria del costume russo”,”La Belle Époque” e “Yves Saint Laurent”, riuscendo a mettere il suo marchio distintivo nel mondo dei musei.

 

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Diana Vreeland con alcuni capolavori di Fulco di Verdura da lei posseduti.

 
 

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: Mimmo Jodice, Vedute di Napoli, Opera 8, 1980 … https://cctm.website/mimmo-jodice-italia/
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Ho paura di vederti necessità di vederti speranza Ho paura di vederti
necessità di vederti
speranza di vederti … https://cctm.website/ezio-falcomer-legge-mario-benedetti/

Ezio Falcomer legge Mario Benedetti
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Erano di pietra celeste, tutti fichi d'india, e qu Erano di pietra celeste, tutti fichi d'india, e quando si incontrava anima viva era un ragazzo che andava o tornava, lungo la linea, per cogliere i frutti coronati di spine che crescevano, corallo, sulla pietra.
Elio Vittorini

[Conversazione in Sicilia]

dipinto Renato Guttuso
Doris Bellomusto Cosa so dell’amore? … https:/ Doris Bellomusto Cosa so dell’amore? … https://cctm.website/doris-bellomusto-cosa-so-dellamore/
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Non ho mai capito dove finisce l’amore che non u Non ho mai capito dove finisce
l’amore che non usi.
Vorrei, da brava massaia,
usarne gli avanzi per le polpette, concimarci le piante … https://cctm.website/stella-poli-italia/
#stellapoli #amore #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Tra due persone accade che talvolta, molto raramen Tra due persone accade che talvolta, molto raramente, nasca un mondo.

Questo mondo è poi la loro patria, era comunque l’unica patria che noi eravamo disposti a riconoscere. Un minuscolo microcosmo, in cui ci si può sempre salvare dal mondo che crolla.

Martin Heidegger

foto Laura Makabresku
Non sono solitario, le dissi. E stavo per aggiung Non sono solitario, le dissi. 
E stavo per aggiungere: sono solo, è diverso.

Stefano Benni

foto Kento Izumi‎
Non si può vedere il sospiro, la speranza, l'atte Non si può vedere il sospiro, la speranza, l'attesa, la verità. 
Non si può vedere il tuo nome chiuso nella mia gola, il tuo “sì” nel mio sangue, la sete e la fame che ora chiedono solo di te, e il nodo che mi hai stretto alle viscere, e l'affanno di non saperti seguire, se non con il mio passo lento, che esiste solo in funzione del tuo, che sa solo la strada che vedi tu. 

L'acqua che nutre non resta in superficie. E' invisibile.

Luciana Manco

foto @maleyphoto
Fabio Magnasciutti Fabio Magnasciutti
L’idea è quella di leggere in pubblico l’Ilia L’idea è quella di leggere in pubblico l’Iliade. Un reading lungo una dozzina di ore, diviso in tre serate. Una scena essenziale, costumi appena accennati … https://cctm.website/38-iliade-baricco-terza-serata-agamennone/
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Forse abbiamo avuto solo sette notti non so non le Forse abbiamo avuto solo sette notti
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come avrei potuto … https://cctm.website/idea-vilarino-uruguay-2/
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ti scrivo questa lunga lettera a pochi giorni dal mio novantaduesimo compleanno, mentre tu hai quasi quattro anni e ancora non sai cosa sia l’alfabeto. Spero che tu possa leggerla nel pieno della tua giovinezza ... https://cctm.website/andrea-camilleri-lettera-a-matilda/
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🍁🍂 🍁🍂
Qual è la parola per dire che non si hanno più s Qual è la parola per dire che non si hanno più sentimenti
negativi verso chi ti ha ferito?
Perdono, mi hanno risposto. Ma io volevo, al contrario, parlare
del rancore.
Questo è stato l’inizio e può valere come esempio.
Ogni giorno c’è una parola nuova di cui non ricordo il senso
e il cui suono tintinna un motivo percepito a brani
familiare una volta, ora perduto.
La sua luce abituale cade. Di colpo non importa,
provo rancore, perdono chi prova rancore, mi perdono?
C’è un alfabeto incomprensibile, un linguaggio dimenticato.
I nomi ruotano privi della loro materia fin dal mattino.
Come chiamare la stoffa bianca che il vento muove davanti
alla vetrata?
Tenda, tende. Il riso mi si annida in gola.
Lei, cioè io, tende a cosa?
Qui so rispondere: tendo alla terza persona
alla grazia sperimentata una volta sola
di un dolore sdoppiato e spinto fuori
poi fissato, ascoltato perfino nello scroscio delle lacrime
ma da un’altra me stessa
capace di lasciare la sua vecchia pelle sulla terra.

Antonella Anedda 

 foto © Nini Kubaneishvili
Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi s Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera. 

Emil Cioran
foto Saul Leiter
Fabio Magnasciutti Fabio Magnasciutti
Per riuscire a capire il mondo, a volte bisogna di Per riuscire a capire il mondo, a volte bisogna distrarsi.

Albert Camus

foto keristi  k
di Maya Angelou Ho imparato che qualsiasi cosa a di Maya Angelou 

Ho imparato che qualsiasi cosa accada, o per quanto l’oggi sembri insopportabilmente brutto, la vita va sempre avanti e il domani sarà  migliore.
Ho imparato che si può capire molto di una persona dalla maniera in cui affronta queste tre cose: una giornata piovosa, la perdita del bagaglio, l’intrico delle luci dell’albero di Natale.
Ho imparato, indipendentemente dal rapporto che abbiamo coi nostri genitori, che ci mancheranno quando saranno usciti dalla nostra vita.
Ho imparato che il semplice sopravvivere è diverso da vivere.
Ho imparato che la vita qualche volta consente una seconda chance.
Ho imparato che non si può affrontare la vita con i guantoni da baseball su entrambe le mani: si ha sempre bisogno di gettare qualcosa dietro le spalle.
Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione col cuore, generalmente faccio la scelta giusta.
Ho imparato che anche quando ho delle sofferenze non devo essere una sofferenza.
Ho imparato che ogni giorno si dovrebbe uscire ed avere contatti con qualcuno.
Ho imparato che le persone gradiscono molto un abbraccio, o anche semplicemente una pacca sulle spalle.
Ho imparato che ho ancora molto da imparare.
Ho imparato che le persone dimenticheranno quanto hai detto, dimenticheranno quanto hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.

illustrazione Ofra Amit
Carezze, ecco. Io se fossi una mano sognerei care Carezze, ecco. 
Io se fossi una mano sognerei carezze, quel bel contatto che consola la pelle che le riceve e anche quella che le fa.

Sergio Claudio Perroni

Foto: Laura Makabresku
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