cctm collettivo culturale tuttomondo Fedor Dostoevskij da Le notti bianche
“E’ possibile, è possibile che non ci vedremo mai più? … Che il nostro incontro rimanga così?”
“Vedete”, disse ridendo la ragazza, “all’inizio volevate solo due parole, e adesso … Del resto io non vi dirò nulla …. Forse ci incontreremo ancora …”
“Verrò qui domani”, dissi io. “Oh, perdonatemi, io lo pretendo già …”
“Si, voi siete impaziente … voi quasi pretendete …”
“Ascoltate, ascoltate!”, l’interruppi. “Perdonatemi se vi dirò ancora qualcosa … Ecco, vedete: domani non potrò non venire qui. Io sono un sognatore; ho vissuto così poco la vita reale che attimi come questi non posso non ripeterli nei sogni. Vi sognerò per tutta la notte, per tutta la settimana, per tutto l’anno. Sicuramente domani ritornerò qui, proprio qui, in questo posto, e proprio a quest’ora, e sarò felice ricordando quello che è successo…
Fedor M. Dostoevskij
da Le notti bianche, Rizzoli, 1957
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foto: Ravshaniya Azulye – fair use
Fëdor Dostoevskij nasce a Mosca l’11 novembre del 1821 da una famiglia aristocratica decaduta e di modeste condizioni economiche.
Nel 1837, alla morte della madre, è iscritto alla scuola militare di Pietroburgo; studia controvoglia, perché i suoi interessi sono già rivolti alla letteratura. Così dopo essersi diplomato comincia a scrivere, tra le difficoltà finanziarie che lo opprimono.
Nel 1843 pubblica il suo primo libro, il romanzo Povera gente, che attira l’interesse e l’approvazione della critica. Sei anni dopo, nel 1849, per aver partecipato ad alcune riunioni di carattere socialista, è arrestato come sospetto di attività rivoluzionaria, processato e condannato a morte; solo davanti al plotone di esecuzione la pena è commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia.
La terribile esperienza e gli anni di prigionia incidono molto sul suo carattere e sulla sua salute, che, già precaria, da allora sarà minata da frequenti crisi epilettiche.
Di ritorno dalla Siberia, dove si è anche sposato, Dostoevskij rievoca quanto gli è successo nelle Memorie da una casa di morti (1861-1862).
Per quanto angustiato da gravi problemi economici, aggravati dalla sua passione per il gioco e dalle sue condizioni di salute, negli anni successivi Dostoevskij compone vari romanzi: Umiliati e offesi (1862); Memorie del sottosuolo (1864); Delitto e castigo (1866); L’idiota (1868).
Rimasto vedovo, si risposa con la sua segretaria; a un certo punto, deve lasciare la Russia per sottrarsi alle persecuzioni dei creditori. Tra il 1867 e il 1871, vive perciò all’estero, tra gli stenti, passando continuamente dalla Germania alla Svizzera, alla Francia, all’Italia. Di ritorno in Russia, Dostoevskij nel 1873 pubblica I demoni; nel 1875 L’adolescente; infine, nel 1880, I fratelli Karamazov, il suo ultimo romanzo. Ammalato da tempo, muore il 28 gennaio del 1881, a Pietroburgo.
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