cctm collettivo culturale tuttomondo Edouard Manet a Marthe Hoschedé
da Edouard Manet a Marthe Hoschedé, Bellevue 10 ottobre 1880

“Mia cara, piccola Demoiselle Marthe, sono gli autografi delle persone che mi sono più care quelli che colleziono, cosi potete ben immaginare se la vostra lettera non ha trovato la sua giusta collocazione.
Vi manderò ciò che mi domandate non appena sarò rientrato a Parigi; qui non ho che due lettere che meritino di essere conservate, le metto per voi in una busta.
Restiamo a Bellevue fino alla fine di ottobre; il soggiorno mi ha fatto cosi bene che mi dispiace dover rientrare in città. Porgete a vostra madre i miei migliori ossequi- la settimana scorsa, per pochi minuti, ho avuto la sventura di non incontrarla «a l’art de la modes», dove mi ero recato per aver notizie del simpatico direttore.
I nostri affettuosi pensieri a voi tutti e i miei più sentiti omaggi, cara Signorina.
Ed. Manet”
Édouard Manet (Parigi, 1832 – Parigi, 1883) è stato un pittore francese, considerato il maggiore interprete della pittura pre-impressionista.
Tra l’estate e l’autunno del 1880 Edouard Manet ha affittato una casa a Bellevue, un quartiere residenziale di Meudon, per sottoporsi a un trattamento idroterapico. All’epoca l’artista ha quarantotto anni e, da qualche tempo, soffre di un malessere generalizzato, conseguenza di una vecchia infezione di sifilide che sta per aggravarsi, provocando quella che medici chiamano atarassia locomotoria: cammina male e trascina una gamba.
I giorni a Bellevue passano monotoni fra trattamenti termali, massaggi, piccole passeggiate.
Per spezzare la noia Manet non ha nemmeno il conforto della lettura: ammette di non amare i libri, dichiarando, con una certa esagerazione: “non leggo mai, guardo solo le immagini”.
La moglie cerca di distrarlo, suonando qualche pezzo al pianoforte, il figlio si impegna a fargli compagnia, ma è tutto inutile: Manet si annoia e ha nostalgia di Parigi, dei suoi caffè, delle sue strade animate e, soprattutto, delle sue belle donne.
Per distrarsi si mette a scrivere lettere.
Lettere brevi come bigliettini, tipiche di un uomo che ama la stringatezza al punto da affermare che “la concisione è in se stessa un’arte, una necessità e un’eleganza”.
E poi non sono lettere qualsiasi: Manet le arricchisce sempre con piccoli schizzi ad acquerello che a volte inserisce direttamente nel testo: l’immagine per lui sembra essere parte integrante della scrittura. Le lettere, catalogate e ora in gran parte conservate al Cabinet des Dessins du Louvre, sono ben quarantatré: di queste solo otto sono indirizzate ad amici uomini.
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immagine: lettera con acquerello indirizzata a Marthe Hoschedé, Bellevue, 1880 – collezione privata
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