collettivo culturale tuttomondo Dina Carruozzo Nazzaro (Italia)
Per le donne di Kabul di Dina Carruozzo Nazzaro (Italia)
Scivolano veloci
leggere come il vento
fra antiche mura rosse come l’harissa
avvolte nei loro veli
di crisalidi colorate
nessun tintinnio di monili
nel loro passare sospeso
come nuvole veloci
fra aromi speziati.
Le mani in movimento
volo di farfalle silenziose
dipinte come pergamene
con arabeschi ricami tatuati
a imprimere la loro memoria.
La voce coperta da altre voci
un canto che echeggia fra tetto e tetto
una cantilena magica
che si sovrappone nell’aria
fra rullare di tamburi e flauti incantatori
Ti fissano furtive
con occhi scuri intensi
e ti penetrano
mascherate dal kajal
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foto e testo Dina Carruozzo Nazzaro
Se dovessi parlarti di me, dovrei parlarti dei risvegli della giovinezza con il profumo del mare, dei suoi cieli rossi impolverati di amari veleni, dei rumori di strade di traffico operaio che sognava e di navi e di ponti e allegre fanfare di cappelli bianchi.
Se dovessi parlarti di me dovrei raccontarti dei sospiri del vento che qui tira forte e io come un amico sempre presente sento mi abbraccia Se dovessi parlarti di me dovrei raccontare del sole che brucia e del sale che asciuga la pelle e insieme inaridiscono le anime.
Se dovessi parlarti di me ti racconterei di una famiglia sparpagliata che si porta dietro piccole radici e mucchietti di terra nera e mai si ferma e mai si è potuta fermare.
Se dovessi parlarti di me, dovrei parlarti dei silenzi di case vuote, del rumore che fanno le assenze, dei confini labili fra un passato di speranze e un presente di mancanze.
Se dovessi parlarti di me dovrei scrivere infiniti fogli che resterebbero bianchi fra questo ieri e un domani: rime come ricami tracciati sul confine del tempo e io che resto ferma come una pausa tra le rime questo giorno.
Dina Carruozzo Nazzaro
Per le donne di Kabul di Dina Carruozzo Nazzaro (Italia)