collettivo culturale tuttomondo David La Mantia (Italia)
Concedimi di abbracciare il lupo
allevato nelle favole, un compagno
di equilibri forsennati e corse,
stringermi con lui nella tana,
leggero come un omino di fumo,
leggero, leggero e senza nome.
Concedimi la polvere, il singhiozzo,
lo scarto tra ciò che sarà e questo, preparami a Cappuccetto rosso, alle sue bizze,
al travaglio,
alle attese scritte con il sangue,
a scrivere solo di te e di me,
di questo furore e di nessun altro.
David la Mantia
Illustrazione Dominique Fortin
David La Mantia, 59 anni da poco compiuti, docente di italiano e latino al liceo scientifico di Grosseto, ha lavorato a lungo come ghost writer, pubblicato testi di tradizioni popolari, enogastronomia, racconti, poesie raccolte in antologie.
Fa parte del C.T.S. della “Fondazione Bianciardi”, è vicepresidente dell’associazione “Portavoce”, responsabile eventi della proloco di Grosseto.
La sua silloge “A testa bassa” (Innocenti, 2019) ha ricevuto il secondo premio per la poesia edita al premio “Città di Grosseto” 2020. La sua ultima raccolta, “Gesti lievi” (Il leggio, 2022) è stata tra le 9 opere inedite selezionate per il premio Pagliarani 2021.
Attualmente è uno dei protagonisti del blog Circolare Poesia con una rubrica sugli “irregolari” della poesia italiana.
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“Credo che la poesia oggi debba essere insolente, fastidiosa come un tafano d’estate. Credo che abbia il dovere di tormentare le coscienze, magari di farsi odiare, senza mai precipitare nel patetico e nel retorico, nel consolatorio e nell’ovvio, nei campi di grano solcati dal vento, negli amori inimitabili griffati da parole di cartapesta. Credo che la poesia oggi possa emozionare solo raccontando il vento che sfiora i frigoriferi accesi, i farmaci adagiati sul tavolo, i gatti divorati dal diabete, le mani sudate, le improvvise frenate, gli schianti. E soprattutto la morte. La morte che non libera da tutto, che non apre varchi alla luce, la morte come incontro qualunque, la morte e basta. Credo di avervi detto quanto basta. Il resto, magari, un’altra volta, altrove, quando saremo pronti”.
David La Mantia
collettivo culturale tuttomondo David La Mantia (Italia)