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David Alfaro Siqueiros (México)

01/03/2021 By carlaita

centro cultural tina modotti David Alfaro Siqueiros (México)

David Alfaro Siqueiros, nato José de Jesús Alfaro Siqueiros (Camargo, 29 dicembre 1896 – Cuernavaca, 6 gennaio 1974), è stato un pittore, muralista e militare messicano, particolarmente noto per i suoi lavori appartenenti alla corrente del così detto realismo sociale.

Celebri, a questo proposito, i murales da lui dedicati alla storia del Messico.

Alfaro Siquerios apparteneva alla numerosa schiera degli autori di murales messicani attivi a quel tempo, e che includeva Diego Rivera, José Clemente Orozco e Rufino Tamayo.

La sua arte poneva dirette e profonde radici nella rivoluzione messicana, periodo violento e caotico della storia del Paese latinoamericano durante il quale varie fazioni, politiche e sociali, combatterono per la conquista del potere.

L’arco che va dal 1920 al 1960 è noto come Rinascita Messicana, ed Alfaro Siqueiros si adoperava nel tentativo di creare un tipo d’arte che fosse assieme messicana ed universale … continua a leggere su Wikipedia
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José David de Jesús Alfaro Siqueiros, más conocido como David Alfaro Siqueiros (Ciudad Camargo, Chihuahua; 29 de diciembre de 1896 – Cuernavaca; 6 de enero de 1974), fue un pintor y militar mexicano.

Es considerado uno de los tres grandes exponentes del muralismo mexicano junto con Diego Rivera y José Clemente Orozco.

Debido al atentado contra León Trotsky, se exilió en Chile durante 1941. En Chillán pintó Muerte al invasor. En 1944, emigró a Cuba, donde pintó Alegoría de la igualdad racial en Cuba.

En 1946 Siqueiros regresó a la Ciudad de México y pintó en la ex aduana de Santo Domingo, hoy Secretaria de Educación Pública su mural Patricios y Patricidas.

En su casa realizó el mural Cuauhtémoc contra el mito y más tarde pintó en el Palacio de Bellas Artes el tríptico Nueva Democracia.

En 1947 realizó el famoso lienzo titulado Nuestra imagen actual … siga leyendo Wikipedia
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opera: David Alfaro_Siqueiros, La nueva democracia, 1945 – murales del Museo Palacio de Bellas Artes, Ciudad de México

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David Alfaro Siqueiros è stato un pittore, muralista e militare messicano … fue un pintor y militar mexicano …

 
 

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Non provo rancore ma per nessuno … https://cctm. Non provo rancore ma per nessuno … https://cctm.website/alda-merini-rancore
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Cambiare il mondo, amico Sancho, non è follia né Cambiare il mondo, amico Sancho, non è follia né utopia, ma solo giustizia.

Miguel de Cervantes, da Don Chisciotte della Mancia
#donchisciotte #cctmfb #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #utopia
A volte penso di essere un sogno
che qualcuno si è dimenticato di fare, il sogno
nel cassetto aperto nel momento
sbagliato, il dormiveglia di una dalia d’inverno
che lascia i suoi petali alla brina che l’uccide
grata di conservare intatto il suo cuore,
il cuore del cuore per la primavera alle porte:
àprile tu, o tu, o tu, aprimi tu, o tu, o tu… Tu? … 
Aldo Busi 

Da “L’amore trasparente”
foto Mirjam Appelhof
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Ho provato a spiegare ai miei alunni cos’è la c Ho provato a spiegare ai miei alunni
cos’è la cosa chiamata poesia.
Quando nessuno tossisce mentre parli
vuol dire che probabilmente ti sta ascoltando.
Anche se ciò che dici non interessa o non lo capisce.
Ho provato per loro un senso di gratitudine,
perché il tempo è passato più in fretta.
Ho cercato di fare capire loro
che la poesia deve essere così com’è
come l’albero che è secco e poi fa frutti
che scriverla o leggerla sono la stessa cosa
insomma uno si prova in un modo o nell’altro
a tracciare una retta di luce
tra due intercambiabili mucchi di escrementi
La poesia è respirare
si prende l’aria da fuori e fuori la si butta
ossido di carbonio più anidride carbonica
Ho detto loro che pochi sanno che cos’è una poesia
pochi sanno cos’è un poeta e tutti sono convinti
che il posto migliore per un libro è la biblioteca
e tutti dei poeti farebbero a meno
Ho cercato di convincerli che i poeti esistono
proprio perché troppi ne farebbero a meno
che “sprint finale”* non  farà mai capire loro
perché leopardi s’è messo a parlare alla luna
come un pecoraro delle nostre parti
e perché la gloria di colui che tutto move
ha poco da spartire con la stupidità
di chi ne parla senza muovere nulla
Ho cercato anche di spiegare
che se dante passasse da queste parti
ci sarebbe di sicuro un prete un politico
uno come voi o noi
che direbbe di lui che è uno poco raccomandabile
cui un padre non affiderebbe il figlio
perché impari ciò che va imparato
per divenir famoso
Ho provato a spiegare ai miei alunni
cos’è la cosa chiamata poesia
Poi uno mi ha chiesto come avessi i capelli a vent’anni
Ho risposto. Lunghi. E poi mi ha chiesto se rifarei
le cose che ho fatto. E se sono felice. E se …..
Ma è suonata la campanella e non ho avuto il tempo di dirgli
che non so rispondergli.
 
Emilio Piccolo, Acerra 13 5 1951 – 23 7 2012
da “Beatrice. My heart is full of troubles”
 
*Una specie di Bignami per gli esami finali di maturità

foto Robert Doisneau
È un addio? Ti chiedo solo questo: pensami. Quand È un addio? Ti chiedo solo questo: pensami. Quando sarai triste perché ti senti lontana da tutti, o perché lui non si fa sentire, pensami. Se vorresti leggere un libro e non sai a chi chiedere, pensami. Pensami la sera, quando parlavamo, e non fare niente per distrarti da me. Non farmi scivolare via come si fa con le cose brutte, o peggio, con quelle cose che sono finite per sempre. Pensami quando incontrerai qualcuno col nome uguale al mio, o quando sentirai il nome della mia città al telegiornale, pensami e non forzarti a lasciarmi fuori dalla tua testa, dalla tua vita, ti prego. Pensami se tutti i tuoi amici saranno troppo occupati, o se vedrai una strada piena di ragazzi appena usciti da scuola. Pensami quando vedrai due alberi molto vicini, ma troppo lontani per toccarsi. E pensa a noi quando vedrai le foglie dei loro rami sfiorarsi per il vento. Pensami nel giorno del mio compleanno, e non scordarti la data, è il regalo più bello. Ti chiedo solo questo. Se mai ti mancherò, non scrivermi, ma ti prego, non scacciarmi dai tuoi pensieri. Pensami. Ricordati di me, finché puoi.
Francesco Roversi
opera: Luigi Ontani, Pinealissima, 1983 … https: opera: Luigi Ontani, Pinealissima, 1983 … https://cctm.website/luigi-ontani-italia
#luigiontani #arte #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Anche l’ acqua pulita, se sta ferma in un secchi Anche l’ acqua pulita, se sta ferma in un secchio o in una conca, imputridisce … https://cctm.website/elvira-seminara-italia 
#elviraseminara #acqua #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne il referendum ist Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale indetto a suffragio universale con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Dopo 85 anni di regno, con 12.718.641 voti contro 10.718.502 l'Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati.
Ci manca tanto quel fratello che era figlio unico Ci manca tanto quel fratello che era figlio unico ❤️

É stato uno dei più grandi, folli, belli, atipici, geniali, totali, unici e irripetibili talenti della musica italiana.
Una meraviglia continua, lunare, malinconica e funambolica scrivendo  canzoni incredibili. 
E lo ha fatto in fretta, perché il tempo con lui è sempre andato di fretta. Troppo. Maledettamente troppo. 
Come quell’auto che si schiantò il 2 giugno 1981 lasciandoci sgomenti. 

Rino Gaetano era un genio e a noi manca il suo cielo sempre più blu
💔#Giulia 💔#Giulia
Mariangela Gualtieri Sii dolce … https://cctm.we Mariangela Gualtieri Sii dolce … https://cctm.website/mariangela-gualtieri-italia
#mariangelagualtieri #poesia #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #gentile
Cademmo nell’ abbraccio, ci separammo dal mondo, Cademmo nell’ abbraccio,
ci separammo dal mondo,
non sapevamo se eravamo due corpi
o due anime … https://cctm.website/cademmo-nellabbraccio 

Wisława Szymborska
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Le persone dolci non sono ingenue.
Né stupide, né tantomeno indifese.
Anzi, sono così forti da potersi permettere 
di non indossare alcuna maschera.
Libere di essere vulnerabili,
di provare emozioni,
di correre il rischio di essere felici.

Marilyn Monroe

Il 1° giugno 1926 nasceva Marilyn Monroe

foto Milton Greene 1956
Trentacinque anni vissuti con un corpo estraneo t Trentacinque anni vissuti con un corpo estraneo 
trentacinque anni 
con i capelli tinti 
trentacinque anni 
con un fantoccio. 
Ma io non sono Marylin 
io sono Norma Jean Baker 
perché la mia anima 
vi fa orrore 
come gli occhi delle rane 
sull'orlo dei fossi?
*
Di tanto in tanto
faccio delle rime
ma non prendetevela
con me.
All’inferno, so benissimo
che non si vende;
quel che voglio dire
è quel che ho in testa.
Dipingere i piatti
dipingere i desideri
con i pensieri
che volano via
prima che muoia
e pensare
con l’inchiostro.
*
Quel che ho dentro nessuno lo vede 
ho pensieri bellissimi che pesano 
come una lapide. 
Vi prego fatemi parlare.

[E in privato, lontano da occhi indiscreti, Marilyn Monroe scriveva. E scriveva poesie. Poesie e frammenti, scarabocchi su notebook e quadernetti, su fogli sparsi, su menù e fazzoletti di carta. Sono raccolti in Fragments, i suoi scritti tra il 1943 e il 1962. Vennero scoperti dopo la sua morte dalla vedova Strasberg, moglie del maestro di Marilyn, Lee, a cui lei aveva destinato tutti i suoi effetti personali. Erano in un paio di scatole.
La donna più desiderata del mondo aveva una sensibilità accesa. Le sue note rivelano le molte letture, e le sue parole riflettono un’intelligenza brillante e non comune, quella di una donna che cercava sempre le parole per raccontarsi. E ciò che svelano, soprattutto, è il tragico scollamento tra il personaggio pubblico e quello privato, così vulnerabile, così incompreso, desiderato ma non visto per quello che era...

Fragments. 
Poesie, appunti, lettere di Marilyn Monroe. Feltrinelli ]

a Marilyn : collage fotografico Dina Carruozzo Nazzaro 
(Cecil Beaton & Milton H. Greene)

Il 1° giugno 1926 nasceva Marilyn Monroe
O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremen O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato,
la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato,
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;

ma o cuore! Cuore! Cuore!
O gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il Capitano,
caduto, gelido, morto.

O Capitano! Mio Capitano! Risorgi, odi le campane;
risorgi - per te è issata la bandiera - per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri - per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;

ecco Capitano! O amato padre!
Questo braccio sotto il tuo capo!
È solo un sogno che sul ponte
sei caduto, gelido, morto.

Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili
non sente il padre il mio braccio, non ha più energia né volontà,
la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito,
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;

esultate coste, suonate campane!
Mentre io con funebre passo
percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.
Walt Whitman
Le comunità virtuali che hanno sostituto quelle n Le comunità virtuali che hanno sostituto quelle naturali, creano solo l'illusione di intimità e una finzione di comunità. Non sono validi sostituti del sedersi insieme ad un tavolo, guardarsi in faccia, avere una conversazione reale. Né sono in grado queste comunità virtuali di dare sostanza all'identità personale, la ragione primaria per cui le si cerca. Rendono semmai più difficile di quanto non sia già accordarsi con se stessi. Le persone camminano qua e la con l'auricolare parlando ad alta voce da soli, come schizofrenici, paranoici, incuranti di ciò che sta loro intorno. L'introspezione è un'attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri, controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro.

Zygmunt Bauman 

#zygmuntbauman
Non appassiscono i baci come i fiori dell’albero Non appassiscono i baci
come i fiori dell’albero di fuoco,
né mi crescono baccelli sulle braccia;

ma sempre rifiorisco
con questa pioggia interna,
come i cortili verdi di maggio
e rido perché amo il vento e le nuvole
e il passo degli uccelli canori,
e sebbene io resti impigliata nella rete dei ricordi,
coperta d’edera come le antiche muraglie,
continuo a credere nei sussurri serbati,
nella forza dei cavalli selvaggi,
nel messaggio alato dei gabbiani.
Credo nelle radici innumerevoli del mio canto.

Gioconda Belli

#giocondabelli 
Gioconda Belli
Se cresci senza nessuno che ti dica mai che sei be Se cresci senza nessuno che ti dica mai che sei bello o che sei bravo, senza una parola di conforto che ti rassicuri dandoti il tuo posto al sole nel mondo, niente sarà mai abbastanza per ripagarti di quel silenzio. Dentro resterai sempre un bambino affamato di gentilezza, che si sente brutto, incapace e manchevole, qualsiasi cosa accada. E non importa se, nel frattempo, sei diventato la più bella delle creature.

Ferzan Ozpetek
Finché non si sa ancora nulla di certo, non essen Finché non si sa ancora nulla di certo,
non essendo arrivati segnali,
finché la Terra continua a essere diversa
dai pianeti più vicini e più lontani,
finché non c’è neanche l’ombra
di altre erbe onorate dal vento,
di altri alberi incoronati,
di altri animali dimostrati come i nostri,
finché non c’è eco, tranne quella del posto,
capace di parlare con le sillabe,
finché non si hanno nuove
di mozart migliori o peggiori,
di edison o platoni in qualche luogo,
finché i nostri crimini
possono rivaleggiare soltanto fra loro,
finché la nostra bontà
per adesso non è ancora simile a nessuna,
ed è eccezionale perfino nell’imperfezione,
finché le nostre teste piene di illusioni
passano per le uniche teste piene di illusioni,
finché solo dalle nostre volte palatine
si levano grida agli alti cieli -
sentiamoci ospiti speciali e distinti
nella balera del posto,
balliamo al ritmo dell’orchestrina locale
e ci sembri pure
che sia il ballo dei balli.

Non so gli altri -
per essere felice o infelice
a me basta e avanza questo:
una dimessa provincia
dove anche le stelle sonnecchiano
e ammiccano nella sua direzione
non significativamente.

Wislawa Szymborska
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