collettivo culturale tuttomondo Christian Bobin (Francia)
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L’attesa è un fiore semplice.
Germoglia sui bordi del tempo. È un fiore povero che guarisce tutti i mali. Il tempo dell’attesa è un tempo di liberazione. Essa opera in noi a nostra insaputa. Ci chiede soltanto di lasciarla fare, per il tempo che ci vuole, per le notti di cui ha bisogno. Lo avrà senza dubbio notato: la nostra attesa – di un amore, di una primavera, di un riposo – viene sempre soddisfatta di sorpresa. Come se quello che speravamo fosse sempre insperato. Come se la vera formula dell’attendere fosse questa: non prevedere niente, se non l’imprevedibile.
Non aspettare niente, se non l’inatteso.
Christian Bobin
da Elogio del nulla, Servitium, 2005
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traduzione: Federico Francucci
illustrazione: Émile Bellettes
L’elogio del nulla in Christian Bobin (by Roberto Taioli)
Con L’elogio del nulla, il poeta e filosofo cristiano francese riporta il lettore alla riflessione su un tema che attraversa non poca della tradizione filosofica del novecento, ma senza approdare ad esiti nichilistici, cui alcune correnti pervennero.
Il nulla è invece promosso ed elogiato non come categoria della disperazione e dell’angoscia ma modalità della percezione del mondo.
Il nulla arricchisce perché con esso la vita si dà nella dimensione gratuita, oblativa, con un finalismo non precostituito che non sia quello connaturato nel tessuto intimo della vita stessa.
Il nulla è fungente in ogni plenum, cosicchè in ogni operazione è presente il movimento della decostruzione, il ritorno al momento iniziale ove la vita si dà e si esibisce nella sua forma selvaggia e indivisa.
La struttura viva nell’agire è la speranza, in quanto sempre oltre ciò che siamo, ma non nel senso di una proiezione progressiva ad infinitum del nostro essere. La speranza non è di per sé qualcosa di ascensionale; per Bobin il bambino nel suo esistere ripristina radicalmente lo statuto della vita, in quanto legato intimamente al suo essere, alla sua carne, ad una totalità percepita senza alcun schermo categoriale, senza alcun filtro fuorviante e distanziante.
Più che salire, troviamo qui un’etica del discendere, del minimum opposto al maximum, tema questo non estraneo alla riflessione di Bobin e che ritorna, ampiamente sviluppato, nell’ampio saggio Francesco e l’infinitamente piccolo, ove l’intera vita ed esperienza dell’uomo di Assisi è letta e rivisitata con la lente della piccolezza, mediante la quale intercettare e cogliere il grande.
L’adulto invece è capace della “menzogna profonda” che è il nascondimento del suo nulla, scaltro attore dell’arte della parvenza.
L’eclissi del nulla nella nostra vita è infatti rimozione della nostra radice, del nostro destino che è un continuo dare senso alla lacuna iniziale e che sempre si ripresenta e ci attende.
collettivo culturale tuttomondo Christian Bobin (Francia)