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Cesare Pavese Poesie giovanili

05/09/2023 By carlaita

cctm collettivo culturale tuttomondo Cesare Pavese Poesie giovanili

E’ triste la sera
stanca.
Ma è tanto triste
che non piange neppure.
_
It is a sad,
weary evening.
But it is so sad,
that it does not even cry.

Cesare Pavese

da Poesie giovanili, 1923-30, Einaudi, 1989.
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immagine dal web

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Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo 1908-Torino 1950) è stato uno dei maggiori scrittori italiani del secondo dopoguerra.

È stato anche, con Fernanda Pivano, il principale traduttore di romanzi americani moderni in italiano. Grazie a lui giunsero in Italia i testi di Melville, Dos Passos, Steinbeck e Stein.

Nel 1930 si laureò in Lettere con una tesi sulla poetica di Whitman e pubblicò il libro “I mari del sud”. Nel giro di pochi anni, Pavese si trovò impegnato nella docenza, nell’editoria con il gruppo Einaudi e nella scrittura. Nel 1936, uscirono le innovative liriche di “Lavorare stanca”. Versi lunghi, quasi prosaici e dal ritmo anapestico, stravolsero la tradizione italiana.

Durante il regime, fu costretto a prendere la tessera del partito fascista per proseguire la sua attività di insegnamento. Fu comunque incarcerato e costretto al confino. L’esperienza di questi anni fu descritta nel suo primo romanzo: “Il carcere”.

Fu con “Paesi tuoi”, uscito nel 1941, che rivoluzionò la prosa italiana. Il tema e il linguaggio crudo, quasi violento, e dalle forti sfumature dialettali sancirono uno strappo con la precedente tradizione letteraria. L’opera assomigliava alla scrittura semplice e asciutta dei romanzi americani novecenteschi.

Durante gli anni della guerra, Pavese si avvicinò al partito comunista e iniziò a collaborare con «L’Unità».

Tra il 1945 e il 1949 pubblicò “Feria d’agosto”, “Dialoghi con Leucò”, “La casa in collina”, “Il diavolo sulle colline” e il suo ultimo romanzo “La luna e i falò”. Nel 1950 vinse il Premio Strega con il romanzo: “La bella estate”. Il testo è un trittico composto da tre brevi racconti, pubblicati o stesi durante gli anni quaranta.

Depresso da tempo, Pavese si suicidò la notte del 26 agosto 1950 in un albergo di Torino.
_

Cesare Pavese (1908 – 1950) was an Italian novelist, poet, short story writer, translator, literary critic, and essayist.

He is often referred to as one of the most influential Italian writers of his time.

The typical protagonist in the works of Pavese is a loner, through choice or through circumstances. Their relationships with men and women tend to be temporary and superficial. They may wish to have more solidarity with other people, but they often end up betraying their ideals and friends; for example, in The Prison, the political exile in a village in Southern Italy receives a note from another political confinato living nearby, who suggests a meeting. The protagonist rejects a show of solidarity and refuses to meet him. The title of the collection of the two novellas is Before the Cock Crows, a reference to Peter’s betrayal of Christ before his death.

The Langhe, the area where he spent his summer holidays as a boy, had a great hold on Pavese. It is a land of rolling hills covered in vineyards. It is an area where he felt at home, but he recognised the harsh and brutal lives that poor peasants had making a living from the land. Bitter struggles took place between Germans and partisans in this area. The land became part of Pavese’s personal mythology.

In The Moon and the Bonfires, the protagonist tells a story of drinking beer in a bar in America. A man comes in whom he recognizes as being from the valleys of Le Langhe by his way of walking and his outlook. He speaks to him in dialect suggesting a bottle of their local wine would be better than the beer. After some years in America, the protagonist returns to his home village. He explores Le Langhe with a friend who had remained in the area. He finds out that so many of his contemporaries have died in sad circumstances, some as partisans shot by the Germans, while a notable local beauty had been executed by partisans as a fascist spy. (Wikipedia)

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[Conversazione in Sicilia]

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Doris Bellomusto Cosa so dell’amore? … https:/ Doris Bellomusto Cosa so dell’amore? … https://cctm.website/doris-bellomusto-cosa-so-dellamore/
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Non ho mai capito dove finisce l’amore che non u Non ho mai capito dove finisce
l’amore che non usi.
Vorrei, da brava massaia,
usarne gli avanzi per le polpette, concimarci le piante … https://cctm.website/stella-poli-italia/
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Tra due persone accade che talvolta, molto raramen Tra due persone accade che talvolta, molto raramente, nasca un mondo.

Questo mondo è poi la loro patria, era comunque l’unica patria che noi eravamo disposti a riconoscere. Un minuscolo microcosmo, in cui ci si può sempre salvare dal mondo che crolla.

Martin Heidegger

foto Laura Makabresku
Non sono solitario, le dissi. E stavo per aggiung Non sono solitario, le dissi. 
E stavo per aggiungere: sono solo, è diverso.

Stefano Benni

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Non si può vedere il sospiro, la speranza, l'atte Non si può vedere il sospiro, la speranza, l'attesa, la verità. 
Non si può vedere il tuo nome chiuso nella mia gola, il tuo “sì” nel mio sangue, la sete e la fame che ora chiedono solo di te, e il nodo che mi hai stretto alle viscere, e l'affanno di non saperti seguire, se non con il mio passo lento, che esiste solo in funzione del tuo, che sa solo la strada che vedi tu. 

L'acqua che nutre non resta in superficie. E' invisibile.

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🍁🍂 🍁🍂
Qual è la parola per dire che non si hanno più s Qual è la parola per dire che non si hanno più sentimenti
negativi verso chi ti ha ferito?
Perdono, mi hanno risposto. Ma io volevo, al contrario, parlare
del rancore.
Questo è stato l’inizio e può valere come esempio.
Ogni giorno c’è una parola nuova di cui non ricordo il senso
e il cui suono tintinna un motivo percepito a brani
familiare una volta, ora perduto.
La sua luce abituale cade. Di colpo non importa,
provo rancore, perdono chi prova rancore, mi perdono?
C’è un alfabeto incomprensibile, un linguaggio dimenticato.
I nomi ruotano privi della loro materia fin dal mattino.
Come chiamare la stoffa bianca che il vento muove davanti
alla vetrata?
Tenda, tende. Il riso mi si annida in gola.
Lei, cioè io, tende a cosa?
Qui so rispondere: tendo alla terza persona
alla grazia sperimentata una volta sola
di un dolore sdoppiato e spinto fuori
poi fissato, ascoltato perfino nello scroscio delle lacrime
ma da un’altra me stessa
capace di lasciare la sua vecchia pelle sulla terra.

Antonella Anedda 

 foto © Nini Kubaneishvili
Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi s Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera. 

Emil Cioran
foto Saul Leiter
Fabio Magnasciutti Fabio Magnasciutti
Per riuscire a capire il mondo, a volte bisogna di Per riuscire a capire il mondo, a volte bisogna distrarsi.

Albert Camus

foto keristi  k
di Maya Angelou Ho imparato che qualsiasi cosa a di Maya Angelou 

Ho imparato che qualsiasi cosa accada, o per quanto l’oggi sembri insopportabilmente brutto, la vita va sempre avanti e il domani sarà  migliore.
Ho imparato che si può capire molto di una persona dalla maniera in cui affronta queste tre cose: una giornata piovosa, la perdita del bagaglio, l’intrico delle luci dell’albero di Natale.
Ho imparato, indipendentemente dal rapporto che abbiamo coi nostri genitori, che ci mancheranno quando saranno usciti dalla nostra vita.
Ho imparato che il semplice sopravvivere è diverso da vivere.
Ho imparato che la vita qualche volta consente una seconda chance.
Ho imparato che non si può affrontare la vita con i guantoni da baseball su entrambe le mani: si ha sempre bisogno di gettare qualcosa dietro le spalle.
Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione col cuore, generalmente faccio la scelta giusta.
Ho imparato che anche quando ho delle sofferenze non devo essere una sofferenza.
Ho imparato che ogni giorno si dovrebbe uscire ed avere contatti con qualcuno.
Ho imparato che le persone gradiscono molto un abbraccio, o anche semplicemente una pacca sulle spalle.
Ho imparato che ho ancora molto da imparare.
Ho imparato che le persone dimenticheranno quanto hai detto, dimenticheranno quanto hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.

illustrazione Ofra Amit
Carezze, ecco. Io se fossi una mano sognerei care Carezze, ecco. 
Io se fossi una mano sognerei carezze, quel bel contatto che consola la pelle che le riceve e anche quella che le fa.

Sergio Claudio Perroni

Foto: Laura Makabresku
Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un l Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: perché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca a Reykjavik, Valladolid, Vancouver.

Amos Oz

[Una storia di amore e di tenebra, traduzione di E. Loewenthal, Feltrinelli, 2003]
Pier Vittorio Tondelli da Biglietti agli amici, Ba Pier Vittorio Tondelli da Biglietti agli amici, Baskerville, 1986 … https://cctm.website/pier-vittorio-tondelli-biglietti-agli-amici/
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