cctm collettivo culturale tuttomondo Bora Ćosić (Serbia)
di Bora Ćosić (Zagabria,1932)
Io non so fino a dove si estende
una poesia
forse sono ancora disteso
su un verso di ieri.
da I morti – Berlino delle mie poesie, Mesogea, 2006
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foto: xenichez – fair use
Bora Cosić (Zagabria, 1932) è uno scrittore e poeta di origine serba.
Trasferitosi con la famiglia nel 1937 a Belgrado qui si laurea in Filosofia e negli anni ’50 inizia la sua carriera come giornalista e traduttore dal russo.
Nel 1956 pubblica il suo primo romanzo “Kuća lopova” (La casa dei ladri), una irriverente descrizione delle condizioni di vita in Yugoslavia, a causa della quale entra nella lista nera degli autori invisi al regime. É nel 1970 che però subisce una vera e propria messa al bando, durata diversi anni, in seguito alla pubblicazione e al grande successo di pubblico di “Il ruolo della mia famiglia nella rivoluzione mondiale”, tradotto in italiano nel 1996.
Lo scoppio della guerra civile lo porta prima a rifugiarsi in Istria e poi a Berlino dove nel 1995 ottiene la borsa di studio dal Deutscher Akademischer Austauchsdienst. Nel 2002 vince il Leipzing Book Prize for European Understanding per “Nulta zemljia” una sorta di necrologio della patria ormai perduta. La sua più recente produzione è costituita soprattutto da poesie come “I morti. Berlino nelle mie poesie”, pubblicate anche in Italia nel 2006.
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Bora Ćosić raccoglie con lucida e caustica tristezza, in una sessantina di poesie scritte dal suo esilio berlinese, le sue meditazioni sulla morte, ricordando i tanti amici scomparsi nei Balcani. Come scrive Matvejević, «Queste sue ‘passeggiate’ in compagnia dei morti, in fondo ai cimiteri, accompagnate a volte da Cechov e dai Russi a Berlino, costituiscono una delle più alte testimonianze della letteratura dell’emigrazione europea».
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