cctm collettivo culturale tuttomondo Biglietto lasciato prima di non andar via
Biglietto lasciato prima di non andar via di Giorgio Caproni (Livorno, 1912 – Roma, 1990)
Se non dovessi tornare
sappiate che non sono mai partito.
Il mio viaggiare
è stato tutto un restare
qua, dove non fui mai.
da Il franco cacciatore, Garzanti, 1982
opera: Alexander Yanin
Giorgio Caproni (Livorno, 1912 – Roma, 1990) è stato un poeta, traduttore e scrittore italiano.
La sua opera è caratterizzata da una profonda riflessione su temi come il viaggio, la memoria e l’identità, con particolare attenzione alla figura della madre e alla città di Genova, che considerava la sua “città dell’anima”.
Caproni ha saputo combinare una perizia stilistica con una forte carica emotiva. Utilizzava forme classiche come il sonetto, ma spesso le adattava in modo innovativo, impiegando enjambements e rime interne per creare un ritmo fluido. La sua poesia è nota per la capacità di evocare immagini vivide e per un linguaggio accessibile, pur mantenendo una profondità concettuale.
Tra le sue opere più significative si annoverano: Come un’allegoria (1936), Cronistoria (1943), Stanze della funicolare (1952), Il passaggio d’Enea (1956), che raccoglie poesie sia prime che nuove, Il seme del piangere (1959), Congedo del viaggiatore cerimonioso e altre prosopopee (1965), Il “Terzo libro” e altre cose (1968), Il muro della terra (1975), Il franco cacciatore (1982) e Il conte di Kevenhüller (1986). Nel 1989 pubblicò anche una raccolta complessiva intitolata Poesie 1932-1986. In prosa, ha scritto un diario di guerra intitolato Giorni aperti (1942) e altre opere evocative come Il gelo della mattina (1954), oltre a racconti come Il labirinto (1984). Ha inoltre realizzato traduzioni di grande valore di opere di autori come Apollinaire, Proust, Céline e Cendrars. Dopo la sua morte, è stata pubblicata una nuova raccolta di poesie, in parte già preparata dall’autore, a cura di G. Agamben, intitolata Res amissa (1991).
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