collettivo culturale tuttomondo bambole Lenci serie Boudoir
La Lenci, azienda torinese, inizia la propria attività nel 1919. Si specializza dapprima nella produzione di bambole e dal 1928 nella produzione di ceramiche.
Le bambole erano create interamente a mano con il lavoro di più persone e con un procedimento accurato e minuzioso che richiedeva alcune settimane di tempo.
Il viso delle bambole è realizzato in panno modellato a caldo.
Dopo la nascita del modello in argilla del viso, vengono realizzati due stampi, uno negativo in bronzo e uno positivo in piombo. Gli stampi, posizionati su una pressa di brevetto Lenci, vengono scaldati a temperature differenti. Da qui nasce il celebre materiale brevettato dalla Lenci: il pannolenci viene trattato con una colla speciale, posizionato per gli stampi e pressato: il viso ha così preso forma. Successivamente avviene il processo di riempimento con materiale composto da feltro e un altro collante.
Il viso è ormai pronto per essere dipinto: la delicata operazione viene spesso realizzata in ben 12 sequenze da esperte pittrici.
Il corpo è interamente realizzato in pannolenci che viene fustellato a mano; i vari pezzi sono manualmente accoppiati e cuciti al contrario.
Per ultima è montata la testa, alla quale nel frattempo è stata attaccata la parrucca. La bambola passa infine alla fase dell’acconciatura e dopo un accurato controllo viene posizionata nella sua confezione con il certificato di autenticità.
Le bambole sono state realizzate con gli stessi materiali e procedimenti per interi decenni, dal 1919 fino all’ anno 2000, anno in cui è terminata la produzione.
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foto: Lenci, serie Boudoir doll, 1929 circa – collezione privata
La Manifattura Lenci nacque su iniziativa di Enrico Scavini e della moglie Helen König Scavini nel 1919 per produrre bambole e “giocattoli in genere, mobili, arredi e corredi per bambino”, ma anche un particolare tessuto per arredi, arazzi, bambole conosciuto, appunto, come ‘pannolenci’.
Nel 1927 l’azienda decise di aggiungere a quella produzione una linea di piccole figure e oggetti in ceramica smaltata, dando vita, a partire dal 1928, a un ricchissimo catalogo di sculture d’arredo e oggetti, che divennero immediatamente di moda tra la piccola e media borghesia italiana.
Per raggiungere lo scopo la manifattura si avvalse della collaborazione creativa di importanti artisti torinesi come Sandro Vacchetti, Gigi Chessa, Mario Sturani, Abele Jacopi, Ines e Giovanni Grande, Felice Tosalli, ma anche la stessa proprietaria, Helen König Scavini, alla quale si deve la fortunata serie delle “Signorine”: fotografia al femminile della borghesia torinese dei pieni anni Trenta.
Le sculture ceramiche di Lenci traevano ispirazione dalle contemporanee riviste di moda, tra scene di costume e figure di giovani donne accattivanti e maliziose, raccontando il gusto di un’epoca e di una società. Donne sportive, attrici, ma anche scene galanti, balli di coppia, temi rurali e mitologici, favole, grotteschi e buffi bambini, nudi femminili al limite del lezioso e donne giocosamente provocanti sono il repertorio visivo di una collettività in bilico tra le alterne vicende storiche del Ventennio, status symbol immancabili nei salotti italiani.
foto: Lenci, serie Boudoir doll, 1929 circa – collezione privata