cctm collettivo culturale tuttomondo Andrea Pazienza disegna Prevert
Andrea Pazienza disegna Prevert
“Lo sapevate che il più geniale, fedele, creativo interprete di Prévert è stato Andrea Pazienza con le sue tavole? Paz e Prévert: due artisti egualmente popolari e anarchici, sperimentali e vernacolari, violentemente antiborghesi e iper-romantici, audaci e fortemente comunicativi”. (Barbara Di Cretico)
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opera: Andrea Pazienza disegna Prévert, 1972
Sono 17 le tavole che illustrano 3 componimenti di Jacques Prevert: “Tentativo di descrizione di un banchetto in maschera a Parigi, Francia”, “Lo spazzino (balletto)” e la pièces teatrale “Entrate e uscite”.
Andrea Pazienza ha disegnato queste tavole nell’estate del 1972: era appena rientrato nel suo Gargano dopo aver frequentato il terzo anno del Liceo Artistico Statale Giuseppe Misticoni a Pescara. Un liceo fuori dal comune, con dei professori che avevano capito chi avevano di fronte e con cui Andrea Pazienza aveva costruito un rapporto di stima.
Un rapporto così importante che lo ha portato a dedicare questi fumetti ad uno dei suoi insegnanti, quello di Figura Disegnata: Sandro Visca.
Andrea Pazienza (San Benedetto del Tronto, 1956 – Montepulciano, 1988) è stato definito il “Mozart del fumetto”. Le sue tavole “capolavori di letteratura disegnata”.
Non solo un artista, ma un grande autore in grado di raccontare in presa diretta la sua generazione piena di contraddizioni.
Andrea Pazienza esordisce nel 1982 con Le straordinarie avventure di Pentothal, ha 21 anni ed è uno studente del Dams di Bologna, una delle città simbolo del Movimento di controcultura giovanile di quegli anni. Nel 1980 sul mensile Frigidaire, Pazienza crea il personaggio Zanardi, un liceale violento e senza ambizioni, protagonista di perfide avventure con gli amici Petrilli e Colasanti. Andrea Pazienza, realizza anche le indimenticabili serie Paz e Pert, dove il presidente della Repubblica Sandro Pertini è ritratto nelle vesti di un vecchio partigiano sempre in azione, affiancato dal goffo aiutante Pazienza. Con l’opera Gli ultimi giorni di Pompeo (1987), quasi un diario personale dei suoi momenti bui ma che riguarda il disagio di una generazione, si chiude l’iperattività di Pazienza, morto per overdose nel 1988, a soli trentadue anni.