cctm collettivo culturale tuttomondo Alda Merini Primavera
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
I was born in spring the twentyone
not knowing that to be born insane,
to open the turfs
a tempest could unchain.
And thus gentle Proserpina
sees rain fall upon the grasses,
upon the large gentle grains
and always weeps at night.
Perhaps it is her prayer.
Alda Merini
da Vuoto d’amore, Einaudi, 1991
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immagine dal web
traduzione: Ercole Guidi
Alda Merini (Milano, 1931 – Milano, 2009) è stata una poetessa, aforista e scrittrice italiana.
La sua esperienza di vita, l’alternarsi di lucidità e follia, l’internamento in manicomio, sono costantemente presenti nella sua poetica.
Lo stile di Alda Merini, poetessa di squisita sensibilità, è caratterizzato allo stesso tempo da una spiccata lucidità visionaria e da una certa inquietudine di sottofondo, espresse tuttavia attraverso toni semplici, lineari, limpidi.
Una sorta di «fantastica irruenza» creativa, per usare le parole del critico Giorgio Manganelli.
Alda Merini (Milan, 1931 – Milan, 2009) was an Italian poet, aphorist, and writer.
Her life experiences, the alternation between lucidity and madness, and her confinement in a mental hospital are constantly present in her poetry.
The style of Alda Merini, a poet of exquisite sensitivity, is characterized at the same time by a marked visionary lucidity and a certain underlying unease, expressed however through simple, linear, and clear tones.
A sort of “fantastic impetuosity” of creativity, to use the words of critic Giorgio Manganelli.
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Vuoto d’amore, Einaudi, 1991
Alda Merini scrive in momenti di una sua speciale lucidità benché i fantasmi che recitano da protagonisti nel teatro della mente provengano spesso da luoghi frequentati durante la follia. In altre parole, vi è una prima realtà tragica vissuta in modo allucinato e in cui lei è vinta; poi la stessa realtà irrompe nell’universo della memoria e viene proiettata in una visione poetica in cui è lei con la penna in mano a vincere.
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