cctm collettivo culturale tuttomondo Alain De Botton (Svizzera)
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Ci sono persone che sembrano sempre sfortunate in amore, nonostante si impegnino al massimo.
Ma in realtà la sfortuna non c’entra, tutto dipende dal loro atteggiamento: spesso rifiutano i rapporti più affettuosi, convinti di meritare di essere trattati male.
Alain De Botton
da School of life su Internazionale
Alain de Botton (Zurigo, 20 dicembre 1969) è uno scrittore e filosofo svizzero naturalizzato britannico.
I suoi libri trattano vari argomenti e temi contemporanei, sottolineando la rilevanza della filosofia per la vita quotidiana. Ha pubblicato Esercizi d’amore (1993), che ha venduto due milioni di copie. Tra i suoi altri best seller ricordiamo Come Marcel Proust può cambiarvi la vita (1997), L’importanza di essere amati (2004) e Architettura e felicità (2006), tutti pubblicati in Italia da Guanda.
All’attività di scrittore ha affiancato quella di presentatore televisivo e imprenditore culturale. Alain de Botton scrive in inglese … continua a leggere su Wikipedia
Nel suo primo romanzo, Esercizi d’amore, pubblicato nel 1993, de Botton si confronta con il processo dell’inizio e della fine dell’amore. Lo stile del libro è inconsueto, in quanto mischia elementi romanzeschi con riflessioni e analisi che normalmente si trovano in opere non di finzione.
A fine aprile 2016, è stato pubblicato The course of love (tradotto in Il corso dell’amore), che attraverso i personaggi di Rabih e Kirsten, segna il ritorno al romanzo di de Botton dopo oltre venti anni.
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Fu la sua prima opera non di fantasia, Come Marcel Proust può cambiarvi la vita, a dargli notorietà internazionale nel 1997.
L’opera è basata sulla vita e le opere di Marcel Proust, in cui uno dei più venerati ma meno letti libri della letteratura occidentale, Alla ricerca del tempo perduto, è la base per riflessioni filosofiche. Il libro è stato un best seller in U.S.A. e in Gran Bretagna.
Proust fu seguito nel 2000 dal Le consolazioni della filosofia. Il titolo è un riferimento all’omonimo libro di Severino Boezio, nella quale la filosofia personificata appare a Boezio per consolarlo nel periodo di prigioni che lo avrebbe portato all’esecuzione. Ne Le consolazioni della filosofia, de Botton tenta di dimostrare come gli insegnamenti di filosofi come Epicuro, Montaigne, Nietzsche, Schopenhauer, Seneca e Socrate possono essere applicati agli affanni moderni quali la impopolarità, il senso di inadeguatezza, le preoccupazioni finanziarie, i cuori spezzati e in generale il problema della sofferenza.
In L’arte di viaggiare, si è dedicato ai temi della psicologia del viaggio: come ci immaginiamo le destinazioni prima di raggiungerle, come ci ricordiamo delle cose belle, cosa ci accade quando osserviamo deserti, stiamo chiusi in albergo o visitiamo la campagna.
In L’importanza di essere amati, esamina la quasi universale ansietà che raramente è esplicitata: cosa gli altri pensano di noi; se siamo giudicati un successo o un fallimento, dei vincenti o dei perdenti.
Nel successivo Architettura e felicità (2006) discute sulla natura della bellezza nell’architettura e come essa è correlata al benessere e all’appagamento dell’individuo e della società. Descrive come l’architettura condiziona le persone ogni giorno, sebbene esse raramente prestino ad essa particolare attenzione.
Nell’aprile 2009 de Botton ha pubblicato Lavorare piace, un’analisi di dieci lavori diversi, dalla contabilità alla manifattura di biscotti, che include duecento immagini originali e ha come scopo quello di mettere in mostra la bellezza, l’interesse e l’orrore occasionale del moderno mondo del lavoro.
Nell’agosto 2009, de Botton rispose alla gara emessa dalla BAA (British Airports Authority) presso gli agenti letterari inglesi, per un posto di “scrittore di sede” all’aeroporto di Heathrow. Il lavoro consisteva nel rimanere seduto a una scrivania nel Terminal 5 per scrivere degli arrivi e delle partenze dei passeggeri per una settimana. Il risultato è il libro Una settimana all’aeroporto (A week at the Airport).
Nel 2011 esce Religion for Atheists (tradotto in Del buon uso della religione: una guida per i non credenti dove —come ateo convinto, con radici ebraiche— suggerisce che i laici dovrebbero, ispirandosi alla millenaria esperienza dalle religioni, riconoscerne i meccanismi di propaganda, reinterpretandoli e applicandoli a una società secolare (spesso inabile a esprimere e affermare i propri valori).