cctm collettivo culturale tuttomondo Agustín Barrios Mangoré
Agustín Barrios Mangoré, La Catedral, 1929 – registrazione originale restaurata
Agustín Barrios Mangoré, La Catedral, 1929 – registrazione originale restaurata
Agustín Barrios Mangoré (San Juan Bautista de las Misiones, 5 maggio 1885 – San Salvador, 7 agosto 1944) è stato un chitarrista e compositore paraguaiano.
La sua figura si colloca, nel panorama generale dell’arte latino-americana, accanto a quella dei massimi musicisti, scrittori e poeti che seppero riunire, nella loro opera, l’eredità della tradizione europea e gli aspetti vitali delle culture originarie dei paesi in cui erano nati e nel caso di Barrios di tutto il continente.
Concertista acclamato e discusso, esaltato e denigrato, Barrios trascorse una vita errabonda, percorrendo tutto il sud e il centro America senza mai stabilirsi definitivamente in alcun luogo, salvo che a San Salvador, la capitale di El Salvador, durante i suoi ultimi anni di vita, quando la sua salute declinava irrimediabilmente. Per un certo periodo si presentò in pubblico, pur seguitando a eseguire il repertorio classico della chitarra e le sue composizioni, abbigliandosi in costume guarani, con il capo adorno di piume ed il nome d’arte di Mangoré, un cacicco indio che aveva fieramente avversato la colonizzazione.
Fu anche, brevemente, in Europa nel 1935 e suonò al Conservatorio di Bruxelles, in abiti normali e con il suo vero nome, ma ritornò quasi subito in Sud America dove, nonostante la celebrità leggendaria a cui era assurto, la sua arte non fu mai pienamente compresa e apprezzata nel suo reale valore.
La sua gloria è legata alle composizioni per chitarra sola che egli scrisse nelle diverse epoche della sua avventurosa esistenza. Molte di esse sono pagine a ispirazione popolaresca, sapientemente depurate e ricche di fascinosi effetti strumentali; altre si rivolgono alla musica romantica e traboccano di invenzioni melodiche e di raffinate armonie; in altri casi il modello di Barrios è nei preludi di Bach, ma non mancano, nella sua opera, pagine di pura e ardita speculazione armonica, come lo splendido “Preludio en do menor”, nel quale il compositore si lascia alle spalle le memorie folcloriche e la soggezione ai grandi maestri e si eleva in una solitaria meditazione intrisa di poesia e di spiritualità.
La Catedral è largamente considerato il capolavoro nell’opera di Barrios, ed è un pezzo fra i più proposti nel repertorio e nelle discografie dei maggiori interpreti al mondo.
Figura inoltre fra le rare registrazioni, di fondamentale valore musicale, che lo stesso Barrios incise nei primi decenni del secolo (con la casa discografica Odeon).
Al tempo della sua composizione riscosse anche l’entusiasmo del celebre chitarrista Andrés Segovia, il quale ne disse (in proposito di un suo viaggio in Argentina): «Barrios venne a farmi visita presso il mio hotel e suonò per me, con la mia chitarra, alcune sue composizioni; fra queste quella che più mi impressionò fu un magnifico pezzo da concerto, La Catedral, il cui primo movimento è un andante, come una introduzione e preludio, e il secondo un pezzo di grande virtuosismo che ben figurerebbe nel repertorio di qualunque concertista. Barrios mi promise di mandarmi al più presto una copia dello spartito (mancavano ancora dieci giorni alla mia partenza), ma non la ricevetti mai.». (fonte Wikipedia)
foto: Agustín Barrios Mangoré