cctm collettivo culturale tuttomondo Adam Zagajewski (Polonia)
La bandiera di Adam Zagajewski (Leopoli, 1945 – Cracovia, 2021)
La mattina mi sveglio e cerco di appurare
con l’aiuto di un binocolo da teatro
quale bandiera sventoli sulla mia città
nera, bianca o grigia come il terrore,
se la mia città è già stata conquistata
o ancora si difende, se implora
la clemenza dei vincitori oppure
porta il lutto per alcuni secondi
di oblio, o forse io stesso sono
la bandiera solo che non so
vederla, così come non vediamo
il nostro cuore.
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foto: Evaldas Ivanauskas, Celebration, from the cycle Conversations with Vincas Firinauskas, 2022 – fair use
Adam Zagajewski (Leopoli, 1945 – Cracovia, 2021) è stato un poeta, scrittore e saggista polacco.
Conosciuti dal grande pubblico, in tutto il mondo, come il poeta dell’11 Settembre, quando subito dopo gli attentati alle Torri Gemelle la sua lirica, Prova a cantare il mondo mutilato, era stata pubblicata dal New Yorker.
Nominato più volte come possibile Nobel per la letteratura e vincitore di svariati premi, appartiene alla generazione di Seamus Heaney, Iosif Brodskij, Derek Walcott, ma soprattutto è stato tra gli esponenti più importanti della New Wave polacca, che negli Settanta scelsero un linguaggio diretto per smascherare la falsità della lingua ufficiale del regime comunista e del realismo socialista. Per questo, molti suoi lavori furono vietati in Polonia e lui stesso, impegnato nell’opposizione clandestina con Solidarnosc, si trasferì in esilio a Parigi nel 1982, dopo che il generale Jaruzelski tentò di sopprimere Solidarnosc.
In Italia sono stati pubblicati da Adelphi l’antologia poetica Della vita degli oggetti. Poesie 1983-2005 (2012) e il volume in prosa Tradimento (2007), ma anche i saggi Polonia. Uno Stato all’ombra dell’Unione Sovietica, edito da Marietti, e L’ordinario e il sublime: due saggi sulla cultura contemporanea, uscito per Casagrande nel 2012. Mentre Mondadori ha recentemente portato in libreria, a settembre scorso, Guarire dal silenzio. Nuovi versi e poesie scelte (2020), un’ampia e bella raccolta delle sue liriche, a cura di Marco Bruno, che partendo dalle più recenti ci accompagna in un viaggio a ritroso attraverso la sua opera, sino al recupero dei versi giovanili e degli esordi, a cominciare da quel Comunicato con cui nel 1972 ha avuto inizio la sua carriera.
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