cctm collettivo culturale tuttomondo Nichita Stănescu (Romania)
Forse dormiamo e stiamo sognando, mi disse lei,
e io le ho creduto, perché diventava
più pesante e più leggera a volontà
simile agli uccelli in volo.
Correvamo verso l’alto sulle scale di cemento
e lei sollevava dal mio abbraccio
due occhi splendenti, argentei,
verso un cielo inventato proprio allora.
Il suo sguardo fondeva i muri,
feriva le mie guance da cui
erompeva il sangue verso il passato
senza dolore, a fiotti.
Forse dormiamo e stiamo sognando, mi disse lei.
Correvamo verso l’alto. La scala di cemento
era terminata da un pezzo. Ed anche l’edificio.
Avevamo superato anche il futuro. Le parole
erano rimaste indietro. E forse nemmeno noi
esistevamo più.
Nichita Stănescu
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dipinto: Winslow Homer, Moonlight, 1874
Nichita Stănescu (Ploiești, 1933 – Bucarest, 1983) è stato un poeta e saggista rumeno, tra i premiati del Festival della poesia di Struga, del quale sono stati insigniti anche i Premi Nobel Eugenio Montale e Pablo Neruda.
Dopo la caduta della cortina di ferro, fu eletto membro permanente dell’Academia Română. (fonte Wikipedia)
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Nichita Stanescu è tra i grandi poeti in lingua rumena di sempre, lo dice anche la Treccani: “la sua opera ha segnato un momento di svolta nel panorama letterario degli anni Sessanta, imponendo uno stile e un linguaggio che si allontanano in modo deciso dai canoni estetici della poesia impegnata in voga nell’immediato dopoguerra”.
La sua opera è raccolta, in Italia, in un volume ormai irreperibile, La guerra delle parole, a cura di Fulvio Del Fabbro, edito nel 1999 da Le Lettere, nella bella collana poetica ‘Il Nuovo Melograno’. Esordio nel 1960, con Il senso dell’amore, riconoscimenti in tutta Europa, compresa una nomination al Nobel per la letteratura nel 1979, Stanescu “due mesi prima della sua morte, davanti a una platea di studenti, dirà: ‘Se mai morirò, sono sicuro che non sarò cibo per i vermi, poiché io sarò trasformato in parola’” (Del Fabbro). Le sue poesie, dai titoli impareggiabili (Raid nell’interno delle pietre; Alcune generalità sulla velocità; La lotta di Giacobbe con l’angelo ovvero dell’idea di ‘tu’; Il freddo, ovvero la seconda confessione del cattivo sognatore), si stagliano, spesso, come iscrizioni d’oro nel senza tempo.