cctm collettivo culturale tuttomondo L’ultima lettera d’amore
L’ultima lettera d’amore di Enrica Tesio
L’ultima lettera è la lettera impossibile. Ci dovrebbe stare dentro tutto. La passione, il rimpianto, le frasi ad effetto, le recriminazioni, i detti e i non detti. Ci deve stare un’ultima parola che non sia fine, che fine l’abbiamo usata, urlata, dichiarata, ci abbiamo armeggiato e duellato, l’abbiamo promessa e spergiurata, fino a svuotarla di significato.
Forse ci sta “scusa”, ecco scusa può essere un’ottima chiusa. Ci dovrebbe stare la topografia dei corpi, l’isola che sono, mi hai esplorata dalla testa ai piedi, risalendo per la linea delle vene e saltellando da un neo all’altro, hai circumnavigato gli spigoli e ti sei riposato sulle morbidezze, mi hai popolata, vissuta, coltivata, sono stata il tuo punto di partenza e il tuo ritorno, prima di esserti inospitale.
Ci sta dentro il tempo. Ti ho dato i miei anni migliori, dicono gli amanti arrabbiati, l’accusa più frequente. Ma non ci sono anni migliori o peggiori, se stai insieme ti dai tempo, difficile, facile, veloce, centrale. Dai così tanto tempo che quel tempo diventa vita e la vita non è né bella né brutta, né migliore né peggiore, è alternanza. Chi si ama si dà la vita.
Ci dovrebbe stare un nuovo modo per dire ex, fa davvero schifo ex.
Un ex è un ossimoro, è la persona che conosci di più e di meno, più intima e più straniera, perché lasciarsi è come guardarsi negli occhi la prima volta, sono due momenti in cui dell’altro non sai quasi nulla.
E allora ci dovrebbero stare gli occhi che mi sono più familiari, i tuoi occhi un momento prima di ridere, che poi ridevi per farmi compagnia, iniziavo sempre io e tu mi seguivi. Ci dovrebbe stare il mondo che ci sopravviverà, perché tutto andrà avanti anche senza di noi insieme, i miei gatti continueranno a miagolare, i film continueranno a finire anche senza essere visti, continuerò a pagare il mio mutuo, la mia storia più lunga al momento ce l’ho con lui. Ci sta la verità e la verità è che prendiamo l’amore troppo sul personale, come se dipendesse da noi farlo durare, ce lo diciamo per dare a tutto un senso e chissà perché quel senso è sempre di colpa.
Ci diciamo “sei cambiato”, oppure “non cambi mai”, ma il vero problema è che siamo troppa poca gente, amore mio, l’uno per l’altra, non abbiamo bisogno di una persona per stare bene, avremmo bisogno di una comunità, di recupero magari.
In questa ultima lettera ci dovrebbero stare la nostra profonda arguzia e la nostra totale ottusità, tutti gli errori commessi che purtroppo o per fortuna forse ci hanno reso la brutta copia di una grande storia d’amore futura.
Ci dovrebbero stare le promesse non onorate e la banalità. L’ultima lettera dovrebbe stare in un cassetto, per rispuntare fuori tra qualche tempo, quando non farà male. L’ultima lettera ha l’unica funzione di ricordare che noi due, nel letto o sotto il sole, per quanto adesso lo vogliamo ignorare, noi due eravamo un grande amore.
P.S. Grazie di tutto. Scusa per tutto.
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immagine dal web
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