collettivo culturale tuttomondo Zygmunt Bauman (Polonia)
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Molti, infatti, credono (erroneamente) che la quantità compenserebbe la mancanza di qualità.
Ogni relazione è debole, quindi cerchiamo di averne a non finire, in modo che possiamo trovare qua e là qualcosa che ci soddisfi, comprensione o simpatia alla bisogna. Il fatto è che non funziona così. Piuttosto è il contrario. Più le relazioni diventano facili a rompersi e usa e getta, meno c’è motivazione a combattere le difficoltà che lo stare assieme comporta di volta in volta. Dopo tutto, quando due persone s’incontrano, ognuno porta con sè la propria diversa storia personale, che ha bisogno di essere conciliata con l’altro, che a sua volta è differente. E una convivenza di diversi è impensabile senza compromessi e sacrifici.
Zygmunt Bauman
dall’ intervista concessa al giornalista Pierangelo Giovanetti, apparsa su Avvenire del 2 febbraio 2006, con il titolo “L’amore non è liquido”
foto: Alena Belijakova, Bunnyland series, 2009 – fair use
Zygmunt Bauman (Poznań, 19 novembre 1925 – Leeds, 9 gennaio 2017) è stato un sociologo, filosofo e accademico polacco.
Gli studi di Bauman si concentravano da principio sullo sviluppo della stratificazione sociale e le dinamiche strutturali del movimento dei lavoratori, prima d’espandersi ad ambiti molto più generali, come la natura della modernità, ecc. Il periodo più prolifico della sua carriera ebbe inizio dopo il ritiro dalla cattedra di Leeds, quando si guadagnò una vasta attenzione e stima fuori dal circolo dei sociologi del lavoro con un libro sulle connessioni tra l’ideologia della modernità e l’Olocausto. Le sue più recenti pubblicazioni si sono concentrate sul passaggio dalla modernità alla post-modernità, e le questioni etiche relative. Con una espressione divenuta proverbiale Bauman ha paragonato il concetto di modernità e postmodernità rispettivamente allo stato solido e liquido della società … continua a leggere su Wikipedia
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