cctm collettivo culturale tuttomondo William Shakespeare Sonetto 18
Sonetto 18 di William Shakespeare (Stratford-upon-Avon, 1564 – 1616)
Dovrei paragonarti a un giorno d’estate?
Tu sei più amabile e più tranquillo.
Impetuosi venti scuotono le tenere gemme di Maggio,
E il corso dell’estate ha fin troppo presto una fine.
Talvolta troppo caldo splende l’occhio del cielo,
E spesso la sua pelle dorata s’oscura;
Ed ogni cosa bella la bellezza talora declina,
spogliata per caso o per il mutevole corso della natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà svanire,
Né perder la bellezza che possiedi,
Né dovrà la morte farsi vanto che tu vaghi nella sua ombra,
Quando in eterni versi nel tempo tu crescerai:
Finché uomini respireranno o occhi potran vedere,
Queste parole vivranno, e daranno vita a te.
Sonnet 18 by William Shakespeare (Stratford-upon-Avon, 1564 –1616)
Shall I compare thee to a summer’s day?
Thou art more lovely and more temperate.
Rough winds do shake the darling buds of May,
And summer’s lease hath all too short a date.
Sometime too hot the eye of heaven shines,
And often is his gold complexion dimmed,
And every fair from fair sometime declines,
By chance or nature’s changing course untrimmed;
But thy eternal summer shall not fade,
Nor lose possession of that fair thou owest;
Nor shall Death brag thou wander’st in his shade,
When in eternal lines to time thou grow’st:
So long as men can breathe or eyes can see,
So long lives this and this gives life to thee.
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immagine dal web
I Sonetti di William Shakespeare sono una raccolta di 154 sonetti, pubblicati per la prima volta nel 1609. Si tratta di una delle opere più celebri e amate del poeta inglese, che spazia attraverso una varietà di temi, tra cui l’amore, la bellezza, la mortalità, il tempo e l’amicizia.
I Sonetti di Shakespeare sono composti da 14 versi endecasillabi, che seguono lo schema ABAB CDCD EFEF GG. Questo schema metrico, detto “sonetto shakespeariano”, si differenzia dal sonetto petrarchesco italiano per la presenza di un distico finale a rima baciata.
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