collettivo culturale tuttomondo Vladimir Jankélévitch (Francia)
Si può vivere senza musica, senza filosofia, senza gioia e senza amore.
Ma mica tanto bene.
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On peut vivre sans musique, sans philosophie, sans joie et sans amour.
Mais pas si bien.
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Vladimir Jankélévitch
da Philosophie première, introduction à une philosophie du presque, 1954
foto Édouard Boubat – fair use
Vladimir Jankélévitch (Bourges, 31 agosto 1903 – Parigi, 6 giugno 1985) è stato un filosofo e musicologo francese.
Insegnò all’Istituto francese di Praga e all’Università di Tolosa e di Lilla, oltre che alla Sorbona di Parigi.
La sua filosofia si sviluppa attorno ad alcuni nuclei tematici che, refrattari all’elaborazione concettuale, sono centrali nell’esistenza di ognuno: il tempo, l’amore, la morte.
Nel divenire irreversibile di derivazione bergsoniana (la sua monografia su Henri Bergson uscita in prima edizione nel 1931 è considerata il testo più geniale su Bergson insieme a quello di Gilles Deleuze), egli innesta un’originale filosofia dell’istante, come cesura radicale di portata rivoluzionaria.
Il tempo come istante è occasione di creazione conoscitiva, morale, e artistica. La morte è nel suo pensiero qualcosa che esclude ogni forma di pensabilità e comprensibilità, e che al contempo è presupposto necessario alla vita stessa (“La morte è un vuoto che si spalanca all’improvviso nella pienezza della continuità. La morte è per eccellenza l’ordine straordinario”). Per quanto riguarda l’amore, esso assume il ruolo di orizzonte di senso dell’intera esistenza umana, che ha il suo significato e la sua orientazione nell’estroversione verso l’altro, centro di un’etica di cui l’amore è il perno fondamentale. Jankélévitch fu anche un raffinato pianista e musicologo. La musica mima l’irreversibilità del tempo, e contemporaneamente ne poetizza lo scorrere attraverso la ripetizione; nell’esprimere sé stessa in maniera intraducibile, la musica riproduce i paradossi dei nuclei più importanti della sua riflessione filosofica. (fonte Wikipedia)
collettivo culturale tuttomondo Vladimir Jankélévitch