cctm collettivo culturale tuttomondo Vittorio Zecchin Liberty
opera: Vittorio Zecchin, Vaso in vetro soffiato verdino con decoro di pesci fantastici a smalti policromi e decori di stelle e spirali in foglia oro, 1923 ca – collezione privata
artwork: Vittorio Zecchin, Vase in pale green blown glass with decoration of fantastic fish in polychrome enamels and decorations of stars and spirals in gold leaf, ca. 1923 – private collection
Vittorio Zecchin (Murano, 1878 – Murano, 1947) è stato un importante pittore, disegnatore e artista italiano.
È considerato uno dei maggiori esponenti del movimento artistico e culturale noto come Liberty in Italia, che ha avuto luogo alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo.
Figlio di un tecnico vetraio, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia .
Insofferente verso la cultura verista tardo ottocentesca che qui incontra, si sente piuttosto attratto dagli stimoli offerti dalle Biennali veneziane che frequenta entrando in contatto con le ricerche simboliste e l’ambiente della secessione viennese.
A partire dal 1909 condivide l’esperienza del gruppo di artisti legati a Ca’ Pesaro e partecipa alle loro mostre.
E al 1910 risale l’altro fondamentale incontro con la raffinata produzione di Gustav Klimt.
In questo contesto nasce l’amicizia con il pittore Teodoro Wolf Ferrari, con cui condivide un crescente interesse verso le arti applicate: assieme a lui intraprende in particolare una significativa ricerca sulle potenzialità espressive del vetro mosaico, i cui esiti vengono presentati a Monaco nel 1913 e alla Biennale veneziana nel 1914.
Al 1914 va datato anche lo straordinario ciclo pittorico-decorativo su tela Le Mlle e una notte, realizzato per l’Hotel Terminus di Venezia e già definito, il “capolavoro della pittura liberty a Venezia” 1916-1920
Sempre più interessato alle arti applicate, durante la guerra Zecchin organizza a Murano un laboratorio di arazzi e ricami, eseguiti perlopiù con un punto di sua invenzione (“punto mio”) che imita la pennellata. Così, riproponendo e ispirandosi ad alcuni soggetti dei suoi dipinti, realizza una ricca produzione di stoffe ed arazzi, alla quale si dedica ampiamente anche nel dopoguerra e durante gli anni Venti.
Alla riapertura delle mostre di Ca’ Pesaro nel 1919, Zecchin presenta una decina di arazzi e ricami e una piccola serie di vetri smaltati.
Anche l’anno successivo a Milano alla Galleria Pesaro espone arazzi e mosaici insieme a vetri decorati a smalto e oro, testimoniando così il suo crescente interesse verso il mondo del vetro.
Nel 1921 viene chiamato ad assumere la direzione artistica della nuova vetreria fondata in quell’anno da Cappellin e Venini, per i quali progetta vetri che, abbandonata ogni decorazione superflua di retaggio tardo ottocentesco, si distinguono per l’estrema novità e raffinatezza.
Vetri di Zecchin vengono esposti, tra l’altro, alle Biennali di arte decorativa di Monza del 1923 e del 1925, anno nel quale partecipano anche all’Expo parigina dove riscuotono un notevole successo. Dopo lo scioglimento della Cappellin Venini, Zecchin segue Giacomo Cappellin alla M.V.M. Cappellin & C. dove opera come direttore artistico fino alla fine del 1926 proseguendo le sue ricerche sulla stilizzazione della forma dei leggerissimi soffiati.
Conclusa l’esperienza con Cappellin, continua, nel corso degli anni Trenta, a dedicarsi alla creazione di raffinatissimi vetri collaborando con diverse vetrerie: la Ferro-Toso (1930), l’A.V.E.M. (1932-1933), la Salir (1932-1938), la Barovier Seguso Ferro (1933-1934) e la Fratelli Toso (1938).
Durante gli anni Trenta e nell’ultimo decennio della sua vita, si dedica anche all’insegnamento collaborando con diversi istituti professionali veneziani tra cui la “Scuola per l’Industria Vetraria” di Murano (nel 1934) e la scuola per apprendisti vetrai “Abate Zanetti” (dal 1936), avvalendosi nell’attività didattica di due opuscoli redatti da lui stesso, l’uno sulla storia del vetro”, l’altro sul mosaico.
Vittorio Zecchin (Murano, 1878- Murano, 1947) was an important Italian painter, designer, and artist.
A truly electric artist, Vittorio Zecchin approached the glassmaker’s art after intense activity as a painter and falling in love with this luminous, fluid, coloured material so similar to a precious gemstone.
The son of Murano glassmakers, he took a lively interest in contemporary culture and frequently attended the Venice Biennale, where he dove discovered the works of Toorop and Klimt that would later provide his inspiration. He was associated with the Secessionist group of artists from 1909 onward, exhibiting his paintings at Ca’ Pesaro.
Considering himself a “composer of glass materials” at a furnace in Murano, his lifelong infatuation with handling glass began a few years later.
His extraordinarily refined wares led to a dramatic change in Murano glass production that was mired in the repetition of outdated models at the time. At the 1914 Venice Biennale, he presented a set of murrine glass wares fired in the furnace. Alongside it, he produced another limited-edition series in simple forms with gold and enamel decor whose subjects were inspired by his most famous paintings.
He served as the first art director at the Vetri Soffiati Muranesi Venini & C. glassworks from 1921 to 1925.
This was when he designed his most famous pieces in clear glass, his elegantly-shaped blown glass monochromes often inspired by classic Venetian glass of the 16th century.
These new creations were widely admired at the Monza Biennials (1923 and 1925) and at the Paris Universal Exhibition of Decorative and Industrial Arts (1925). He worked with different furnaces during the 1930s, participating with them at the Venice Biennials with the presentation of embroidery work. He dedicated the ten years of his life to education, teaching at various trade schools in Venice.
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