collettivo culturale tuttomondo Ugo Ojetti (Italia)
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Non aspettare che il vento gonfi la vela della tua fortuna.
Soffiaci dentro te.
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No esperes a que el viento llene la vela de tu fortuna.
Sopla tú.
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Ugo Ojetti
da Sessanta, 1937
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traduzione: Carla
illustrazione: Anna Parini
Ugo Ojetti (Roma 1871 – Firenze 1946) è stato uno scrittore e giornalista italiano.
Fu giornalista, scrittore e critico d’arte, direttore del “Corriere della Sera” (1926-27), oltre che di importanti riviste quali “Dedalo”, “Pègaso” e “Pan”. Giovanissimo, pubblicò l’inchiesta Alla scoperta dei letterati (1895) e, qualche anno dopo, le sue corrispondenze sulla guerra ispano-americana nel volume L’America vittoriosa (1899).
Tra i suoi romanzi occorre ricordare Il vecchio (1898) e Mio figlio ferroviere (1922). Notevole fortuna ebbero anche I capricci del conte Ottavio (1908-1909). Le sue Cose viste furono raccolte in sette volumi.
Postumi sono usciti I taccuini (1954), i carteggi con la moglie e con D’Annunzio, e il testo narrativo Ricordi di un ragazzo romano (1958).
Da ricordare l’edizione Avagliano: Cose viste. Un’antologia (2002).
La sua prosa, formatasi in un clima d’intelligente modernità toscana e italiana, è fluida, limpida e discorsiva; gusto dei classici e parlata viva s’integrano e trovano in essa fusione e lucente equilibrio. Con M. Sarfatti contribuì notevolmente a dare una veste ufficiale, nazionalistica e antimodernistica, al movimento artistico del Novecento.
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Il libro di aforismi Sessanta (Milano 1937) prende le cose dal di fuori, occupando un posto vuoto nel panorama letterario italiano. Si tratta di 352 massime e pensieri che l’autore ha raccolto quando ha varcato la soglia dei sessant’anni.
Si parla della morte, del medico che sentenzia: “Lei ha un cuore di vent’anni”, e si constata nella vecchiaia una forza più precisa, ossia una diminuzione; e si polemizza con i giovani riprendendo alcune alcune delle idee permanenti contro il Novecento, l’architettura razionale e la pittura di puro paesaggio.
In Sessanta c’è tutto Ojetti, quello felice che si è proposto di scrivere aforismi risolvendoli in qualcosa che desse piano risalto alla sue doti migliori.