centro cultural tina modotti caracas In fiamme, nell’ incendio degli autunni
In fiamme, nell’ incendio degli autunni
arde a volte il mio cuore,
puro e solo. Il vento che lo desta
tocca il suo centro e lo sospende
nella luce che sorride per nessuno:
quanta bellezza liberata!
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En llamas, en otoños incendiados,
arde a veces mi corazón,
puro y solo. El viento lo despierta,
toca su centro y lo suspende
en luz que sonríe para nadie:
¡cuánta belleza suelta!
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Octavio Paz, Autunno, Otoño, frammento – fragmento
traduzione dal web
dipinto: Jasper Francis Cropsey, Autumn–On the Hudson River, 1860
Octavio Paz Lozano (Città del Messico, 1914 – Città del Messico, 1998) è stato un poeta, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990.
È considerato il poeta di lingua spagnola più importante della seconda metà del Novecento. Nell’arco dell’intero secolo è superato per fama solo da Juan Ramón Jiménez, Vicente Huidobro, Jorge Luis Borges, César Vallejo e Pablo Neruda. (fonte Wikipedia)
Quando ritirò il Premio Cervantes nel 1982 scrisse:
«la libertà, che comincia per essere l’affermazione della mia singolarità, si risolve nel riconoscimento dell’altro e degli altri: la loro libertà è condizione della mia. Nella sua isola Robinson non è realmente libero; benché egli non subisca una volontà estranea e nessuno lo costringa, la sua libertà si dispiega nel vuoto. La libertà del solitario è simile alla solitudine del despota, colma di spettri. Per realizzarsi, la libertà deve incarnare e mettersi di fronte ad un’altra coscienza e ad un’altra volontà: l’altro è, contemporaneamente, il limite e la fonte della mia libertà».
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