cctm collettivo culturale tuttomondo Marco Ermentini (Italia)
Beati i timidi che abitano la terra in modo delicato
Marco Ermentini
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illustrazione Birgitta Lopez / Artisalma
Marco Ermentini (Crema, 1956) è un architetto italiano, fondatore della Shy Architecture Association che raggruppa il movimento per l’architettura timida.
Ha al suo attivo azioni provocatorie (l’invenzione del miracoloso farmaco Timidina), ironiche (la patente a punti per il restauro) e meravigliosamente sconclusionate. Ha vinto nel 1995 il Premio Assisi per il miglior restauro eseguito in Italia, nel 2013 la menzione speciale del Premio Internazionale Domus restauro e nel 2019 il Dedalo Minosse International Prize.
Ha scritto: Restauro timido, architettura affetto gioco (2007), Architettura Timida piccola enciclopedia del dubbio (2010), Esercizi di astinenza (2011), La piuma blu abecedario dei luoghi silenti (2013), la vita dei tetti (2015), Il segreto della Carezza ( 2019).
È tra i fondatori dell’Accademia del Silenzio. L’Enciclopedia Treccani nella IX appendice (2015) l’ha citato come ideatore del Restauro Timido. Renzo Piano l’ha nominato Tutor del gruppo G124 – sulle periferie e la città che verrà – al Senato della Repubblica. È vice presidente del Caffè Filosofico.
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La Timidina è una metafora, un modo scherzoso per suggerire un atteggiamento più umile e attento in un settore dove tutti si prendono molto sul serio. In realtà nel nostro paese solo scherzando un poco si possono dire cose che normalmente sono vietate.
Il restauro timido dà voce a ciò che resta silente, presta attenzione alle cose minime, ai luoghi dimenticati e periferici, ai materiali poveri, alla penombra.
Questa attenzione ci libera dall’arroganza del nostro io, dal suo troppo pieno e ci suggerisce l’umiltà e la timidezza, compagne necessarie di ogni cammino di conoscenza. La timidezza non è una malattia ma bensì una virtù preziosa che ci insegna a maneggiare il mondo con delicatezza ponendoci molti dubbi e chiedendo permesso prima di agire. Studiando gli edifici e i luoghi degradati e malati si arriva ad amarli, e amandoli si arriva a capirli. Così lo studio, l’affetto e la comprensione sono tutt’uno.
Forse veder con chiarezza il mondo vuol dire non agire o agire timidamente. La vera ricchezza dell’architetto timido è data dal saper intervenire con poco, del quale poco non vi è mai penuria, utilizzando la conservazione dell’esistente e la stratificazione della nuova architettura con cautela, attenzione, affetto, umiltà e intelligenza. Così gli interventi timidi prevedono una lunga fase di studio e di progettazione, ma costi nettamente inferiori per i lavori da eseguire e, di conseguenza, permettono di realizzare un numero maggiore di interventi nel territorio.
Si tratta di un tentativo di costruire una filosofia del limite in un mondo dominato dalla dismisura. Per reagire a tanti fenomeni di bulimia di restauro, i suggerimenti della Timidina forniscono una ironica risposta di opposizione allo spreco e al consumismo dilagante.
(dalla voce “Timidina” in “Il segreto della Carezza ovvero Ideario di Restauro Timido” di Marco Ermentini, Nardini Editore)