collettivo culturale tuttomondo Le autorità sanitarie avvertono …
Le autorità sanitarie avvertono sui danni nocivi alla salute.
E della solitudine?
Della gente triste?
Degli amori scontati?
Le false promesse?
I futuri scaduti?
I passati incompiuti?
I sogni persi?
I silenzi codardi?
I finti orgasmi?
I deserti personali?
La routine?
La tristezza?
Di questo nessuno ci avverte?
Credo che mi accenderò una sigaretta.
Las autoridades sanitarias advierten sobre los daños nocivos a la salud
¿Y de la soledad?
¿De la gente triste?
¿De los amores ordinarios?
¿Los futuros caducados?
¿Los pasados incumplidos?
¿Los sueños perdidos?
¿los silencios cobardes?
¿Los fingidos orgasmos?
¿Los desiertos personales?
¿La rutina?
¿La tristeza?
¿De esto nadie nos advierte?
Creo que voy a prenderme un cigarrillo
Dina Carruozzo Nazzaro
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Photo by shahin khalaji on Unsplash
La routine uccide. Lo fa lentamente, senza che tu possa accorgertene, senza che si palesi: spesso si presenta sotto forma di sicurezza, di “tranquillità” e, pian piano, ci offusca. L’abitudine è una specie di malattia. Con l’abitudine accettiamo cose inaccettabili.
Lavoriamo, viviamo, “scegliamo” di stare accanto a persone insopportabili, in luoghi che mai sceglieremmo a fare cose che odiamo. La routine ci porta ad arrivare sul posto di lavoro senza nemmeno aver capito quale strada abbiamo percorso, come se fossimo tutti su binari già perfettamente stabiliti.
L’abitudine cresce dentro di noi grazie alla nostra inconsapevolezza, insinuandosi come veleno travestito da acqua. Non voglio condannare le sane abitudini, ma la nostra apatia nei confronti del ripetersi ogni giorno uguale all’altro. Quando non ti rendi conto di quanto sia devastante ripetere sempre gli stessi gesti, sempre le stesse frasi, come in un Truman Show personale. Ognuno di noi è o è stato Truman Burbank, la cosa difficile è trovarsi alla fine del cielo finto e decidere che la nostra vita è la fuori, dietro quella porta che nasconde il mondo vero.
Quanto è dannosa per l’essere umano la zona di comfort? Quante volte ce lo siamo sentiti dire o lo abbiamo letto? “La vita inizia fuori dalla tua zona di comfort!” Già. La zona di comfort…ma qual è questa zona? Dov’è che siamo così a nostro agio? Esattamente dove – in realtà – non lo siamo. Laddove il nostro estro e la nostra voglia di fare vengono schiacciati dall’abitudine. Meno facciamo, e più siamo a nostro agio, meno rischiamo e più siamo morti. (Anuar Arebi)