cctm collettivo culturale tuttomondo José Ángel Valente (Spagna)
di José Ángel Valente (Orense 1929 – Ginevra 2000)
L’amore è in quello che tendiamo
(ponti, parole).
L’amore è in tutto ciò che sventoliamo
(risate, bandiere).
E in ciò che combattiamo
(notte, vuoto)
per il vero amore.
L’amore è in quanto eleviamo
(torri, promesse).
In quanto raccogliamo e seminiamo
(figli, futuro).
E nelle rovine di ciò che abbattemmo
(privazione, menzogna)
per il vero amore.
da Breve son, 1968
illustrazione: Toni Demuro
José Ángel Valente (Orense 1929 – Ginevra 2000) è considerato uno dei maggiori poeti e saggisti di lingua spagnola.
Antiretorico e antisentimentale, vicino per vocazione interiore e profonda intimità alla tradizione mistica spagnola e alla poesia metafisica europea, il suo verbo poetico giunge a rifiutare la nozione di poesia come puro atto comunicativo o esperienza estetica e si pone come autentica forma d’essere, non rinunciando mai a quella leggerezza che gli permette di muoversi alla frontiera tra il vissuto e l’onirico, il visibile e il metafisico.
Il suo primo libro fu A modo de esperanza (1955), cui seguì, nel 1960, Poemas a Lázaro; la sua poesia si affermò con La memoria y los signos (1966); Siete representaciones (1967); Breve son (1968); Presentación y memorial para un monumento (1970); El inocente (1970); Treinta y siete fragmentos (1972); El fin de la edad de plata (1973); Interior con figuras (1976); Material memoria, 1979; Tres lecciones de tinieblas, 1980; Mandorla (1982); El fulgor (1984); Al dios del lugar (1989); No amanece el cantor (1992); postumi apparvero i Fragmentos de un libro futuro (2000). L’opera critica e saggistica di Valente è altrettanto ricca e profonda; si ricordino in particolare Las palabras de la tribu (1971); Ensayo sobre Miguel de Molinos (1974); La piedra y el centro (1983); Variaciones sobre el pájaro y la red (1991); e, postumo, Elogio del calígrafo (2002).
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