cctm collettivo culturale tuttomondo Gabriele Galloni L’estate del mondo
Le case bianche a perdita
d’occhio; le cancellate
arrugginite. A sfondo
di cartone, sfrondate
chiome di nubi simulano
l’estate del mondo.
Gabriele Galloni
da L’estate del mondo, Marco Saya Edizioni, 2019
Gabriele Galloni, (Roma 1995-2020).
Ha pubblicato le raccolte poetiche “Slittamenti” (Augh!, 2017), “In che luce cadranno” (RP, 2018), “Creatura breve” (Ensemble, 2018) e “L’estate del mondo” (Marco Saya, 2019). Ha pubblicato, inoltre, la raccolta di racconti “Sonno giapponese” (Italic Pequod, 2019). È co-direttore di «Inverso – Giornale di poesia» e autore e ideatore, per la rivista «Pangea», della rubrica “Cronache dalla Fine: dodici conversazioni con altrettanti malati terminali.”
In memoria di Gabriele Galloni di Davide Brullo
La prima volta mi dava del lei – “Mi perdoni il disturbo. Ho una proposta da farle per Pangea…” –, era spavaldo e umile, di intelligenza raddoppiata, sorrideva. Sorrideva anche se ci parlavamo solo per mail. Gabriele Galloni mi è stato donato da Matteo Fais, era il principio del 2018, Pangea era appena nata, la facevo in un capannone semivuoto con sguardo su case sfatte e campi di metallo.
Mi venivano a trovare solo i piccioni.
L’idea di Galloni era difficile, commossa, stupefacente. Intervistava i malati terminali. Quelli che avevano voglia di parlare della vita, della morte. La rubrica si intitolava “Cronache della fine” ed è una delle cose più candide e brutali che abbia pubblicato su questa rivista. Gabriele era attirato dalla morte come chi cammini sul bordo di una piscina vuota, profondissima, per tuffatori. Ancora di più, lo attraevano le storie disarticolate, deformi degli uomini.
Forse pensava ai re taumaturghi, a quello cui basta toccare il lembo della veste per tornare sani. Da “Cronache dalla fine” volevamo trarre un libro, poi piagato tra le promesse parziali …continua a leggere su Pangea
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