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Franco Arminio a Pier Paolo Pasolini

26/12/2022 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo Franco Arminio a Pier Paolo Pasolini

franco arminio a pier paolo pasolini cctm a noi piace leggere

Caro Pier Paolo,

ho sempre pensato che abitiamo luoghi diversi della stessa inquietudine. Io ero sul precipizio dei quindici anni quando sei morto. Forse ho trovato il modo di annacquare la tensione che sentivo, la tensione che mi pare ti abbia guidato in ognuna delle tue fiammeggianti giornate di studio e di lavoro.
Un grande ustionato, questo eri, con i dolori delle grandi ustioni sulla pelle. Ti bruciava l’Italia clericale e consumista, ti bruciavano gli allineati, i pavidi. Ora nella nostra nazione tutte queste fiamme non ci sono più. Solo fumo, colonne di fumo si alzano da ogni parte, dalle colonne dei giornali e dalle nicchie della Rete, dai centri di potere, ma anche dalle lande della disperazione. Quello che tu chiamavi fascismo ha assunto un’altra forma e i nuovi poveri sono poveri anche quando hanno da mangiare.

La novità di questi anni è l’autismo corale, una sorta d’invalidità di massa, dove ognuno fa la manutenzione della sua solitudine.

Anche per te oggi sarebbe difficile individuare i nemici, trovare la faglia dove gli scoraggiatori militanti si contendono lo spazio con gli incoraggiatori. In ogni luogo c’è un conflitto tra innovatori e conservatori, ma è tutto avvolto nel fumo, non si vede quasi niente, è come se nell’Italia di oggi fosse interdetta la possibilità di vedere. Tutti sanno e nessuno vede, tutti sanno quello che non vedono. Tu dicevi di sapere e sapevi veramente, perché studiavi, perché andavi nei luoghi. Poesia e impegno civile erano naturalmente nel tuo sangue, oggi bisogna fare uno sforzo tremendo per tenere aperto un dialogo tra cultura e politica. I politici e gli intellettuali che hanno potere sono quasi sempre quelli del secolo scorso. C’è un’Italia bella, antica e nuova, che a te piacerebbe molto, ma è un’Italia che le colonne di fumo nascondono.

I lamentatori di professione, i mestieranti della diffidenza, i luminari del disincanto lavorano per spegnere le luci che si accendono nei luoghi che a te sembravano sconfitti e che invece lentamente stanno tornando.

Tu pensavi che il mondo contadino fosse morto e invece è di nuovo vivo e addirittura diventa una speranza per il futuro. I dialetti che sembravano persi stanno nella musica più bella che abbiamo. I luoghi dove non andava più nessuno diventano solenni. Tu eri andato a Matera per trovare Gerusalemme ai tempi di Cristo. Adesso è stata nominata capitale europea della cultura. Trasformare le debolezze in risorse sta diventando un campo d’azione molto fertile. I luoghi marginali, da cui anche tu sei partito, sono diventati i luoghi in cui germoglia qualcosa. Oggi forse non lasceresti la tua Casarsa, non avrebbe senso per te scendere a Roma.

Oggi la partita si gioca dove non c’è il pallone e dove non ci sono spalti e l’erba è buona per le vacche. Vieni a giocare con noi, vieni ad Aliano, a Trevico.

La cosa curiosa che accade in questi luoghi è che stanno guarendo e stanno morendo, è incredibile ma accadono tutte e due le cose nello stesso tempo. Sono luoghi-faglia dove avviene lo scontro tra una modernità esausta e il mondo arcaico che era dato per morto e invece è diventato il nostro futuro. Questo scontro produce intensità, dà a questi posti un’aura di sacro e di sacrificio, nel senso più vero di questa parola. Tu lo capisci benissimo che ai luoghi accade la stessa cosa che accade alle persone: quando la vita non è terribile un po’ sfugge. Ecco, l’Italia di oggi, dove è più comoda, dove funziona meglio, dà l’idea di un posto sfiatato e posticcio, dove non c’è il morso della storia, ma i graffi di un’agonia ciarliera. Per non farsi svilire bisogna attraversare i margini più che abitarli. Io non abito i paesi, li attraverso. Sono uno scrittore corsaro, intimo e distante. Si tratta di accaldarsi, ma bisogna evitare l’ustione, l’infiammazione della residenza.

Molti di quelli che una volta si chiamavano intellettuali di sinistra portano il broncio a quest’epoca, hanno la sensazione di una miseria spirituale dilagante, sentono la degenerazione di un popolo che avrebbero voluto elevare e che ha voltato loro le spalle. La verità è che non solo siamo senza popolo, ma forse siamo anche senza società.

Tutto cambia in maniera vertiginosa. La realtà che c’era quando ho iniziato a scriverti questa lettera adesso è già un’altra cosa.

Mi è venuta meno l’ispirazione, mi sono messo a infilare concetti che non danno emozione. Non è più una lettera, ma un articolo, avrei dovuto parlarti del fatto che ho mangiato troppa cioccolata e che in questi giorni la paura della morte è come rinverdita. Ecco, dobbiamo restare a noi, ai nostri corpi e invece mi sono messo a riciclare frasi che uso da tempo, ho venduto anche a te il mio fumo.

Questa lettera finiva con un filo di retorica: ti parlavo della Rete, che da ingegneria militare si è trasformata in un congegno che sta uccidendo la modernità. Ti dicevo che fra qualche decennio avremo una vita più lieve, tornerà il sacro, la teologia del denaro sarà finita, la poesia non sarà più un mucchietto di neve in un mondo col sale in mano. Tu non sai che fartene di frasi come queste, non posso rifilarle a uno come te. Ti chiedo scusa, a te devo delle percezioni, non posso mandarti manfrine, ma spaventi, passioni indomite, furore e innocenza. E allora esco a prendere il buio che sta arrivando, vado a sentire il paese, nel paese c’è qualcosa in più delle mie frasi. Vieni con me, guardiamo assieme.

Franco Arminio a Pier Paolo Pasolini

da www.doppiozero.com -20 settembre 2015

foto: Paolo Di Paolo, Pier Paolo Pasolini al “monte dei cocci”, Roma, 1960 – fair use

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In occasione delle celebrazioni promosse dal Comune di Bologna, dalla Fondazione Cineteca di Bologna, e all’interno del progetto speciale per il quarantennale della morte, che si articola in un vasto e ricco programma d’iniziative nella città dove Pasolini è nato e ha studiato, doppiozero, media partner, ha scelto di realizzare uno specifico contributo. Si articola in tre parti. Dopo la pubblicazione d’interviste disperse, oggi iniziamo la seconda: lettere che scrittori e saggisti indirizzeranno a PPP, come se lui potesse leggerle.

La prima è del “paesologo” e anima libera Roberto Arminio, ma la rivista online avverte che questa sezione è aperta anche agli interventi dei lettori.

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Quasi-amore. Che bella definizione. E’ come una Quasi-amore.
Che bella definizione.
E’ come una cosa lasciata a metà.
E’ come preparare una cena coi fiocchi, preparare la tavola con il servizio buono, e poi nessuno degli ospiti si presenta … https://cctm.website/catherine-black-quasi-amore/
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Dicono che un buon bagno cancella tutto. Io è da Dicono che un buon bagno
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Io è da anni che mi bagno
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(...) Guarda com’è pacifico il mondo. La notte (...) 
Guarda com’è pacifico il mondo.
La notte
ha imposto al cielo
un tributo stellato.
È in ore come questa
che si sorge
e si parla ai secoli,
alla storia,
alla creazione.

(...) 

Vladimir Majakovskij

foto © Roger Mattos
#Peanuts 🎄 #Peanuts 🎄
La morte è un fiore che solo una volta fiorisce. La morte è un fiore che solo una volta fiorisce.
Ma fiorisce come nient’altro fiorisce.
Fiorisce, appena lo vuole, non fiorisce nel tempo.

Essa viene, una grande falena, che adorna steli cedevoli.
Tu lasciami essere uno stelo, cosí forte, che la rallegri.

Paul Celan

foto Lukasz Wierzbowski
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Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi, non Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi, non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore di una vita, o guarirò una pena, o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido, 
non avrò vissuto invano

[If I can stop one heart from breaking
If I can stop one Heart from breaking
I shall not live in vain
If I can ease one Life the Aching
Or cool one Pain
Or help one fainting Robin
Unto his Nest again
I shall not live in Vain]

Emily Dickinson
"Nonna, cosa fai quando incontri un ostacolo sul t "Nonna, cosa fai quando incontri un ostacolo sul tuo cammino?"
"Indosso il mio abito migliore, quello delle feste. Pettino con cura i miei capelli, raddrizzo la mia schiena e spengo tutte le luci abbaglianti. Accendo un piccolo lume e mi accomodo. Proprio davanti al mio ostacolo. E lì, nell'oscurità che ci avvolge, entro in intimità con il mio problema. Lo osservo, lo tocco, lo lascio fare. Ed inizio a viaggiare insieme ad esso. Ovunque mi vorrà portare."
"Non hai paura della destinazione?"
"No, bambina mia. La mia attenzione è tutta nel viaggio. Quando arriverò sarò pronta ad accogliere qualsiasi meta. Perché avrò raccolto per strada la bussola che può indicarmi la via da percorrere. Per raggiungere luoghi incredibili. Dentro di me. L'ostacolo è il faro. Della mia interiorità."
"Non sono capace di intraprendere questo viaggio..."
"Perché non hai ancora imparato a vestirti a festa dinnanzi a qualsiasi problema. Fuggi invece di rimanere. Proprio lì, dove fa male. L'ostacolo è il tuo maestro interiore che viene a destarti e a raccontarti la verità del tuo cuore. Ascoltala questa voce! E' la poesia della tua anima che viene recitata. Solo per te!"

Elena Bernabè
🎄 🎄
opera: Mark Rothko, 1956 … https://cctm.website/ opera: Mark Rothko, 1956 … https://cctm.website/la-teoria-del-colore-rosso/
#markrothko #rosso #colori #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
– Come lo sa? – Non lo so. Lo sento. – Senti – Come lo sa?
– Non lo so. Lo sento.
– Sentire è un po’ poco, cara.
– Ma alle volte è tutto, signore ... https://cctm.website/alessandro-baricco-la-sposa-giovane/
#alessandrobaricco #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Quando mi addormento afflitta in una notte di soli Quando mi addormento afflitta in una notte di solitudine sono felice che torni mattina. E mi dice che sono viva. Magari per un giorno solo. Ma quel giorno... potrebbe bastare. 

Alda Merini

illustrazione: Federico Zandomeneghi
Un giorno, finalmente, hai capito quel che dovevi Un giorno, finalmente, hai capito
quel che dovevi fare, e hai cominciato,
anche se le voci intorno a te
continuavano a gridare
i loro cattivi consigli-
anche se la casa intera
si era messa a tremare
e sentissi le vecchie catene
tirarti le caviglie.
“Sistema la mia vita!”,
gridava ogni voce.
Ma non ti fermasti.
Sapevi quel che andava fatto,
anche se il vento frugava
con le sue dita rigide
giù fino alle fondamenta, anche se la loro malinconia
era terribile.
Era già piuttosto tardi,
una notte tempestosa,
la strada era piena di sassi e rami spezzati.
Ma poco a poco,
mentre ti lasciavi alle spalle le loro voci,
le stelle si sono messe a brillare
attraverso gli strati di nubi
e poi c'era una nuova voce
che pian piano
hai riconosciuto come la tua,
che ti teneva compagnia
mentre procedevi a grandi passi,
sempre più nel mondo,
determinata a fare
l'unica cosa che potevi fare-
determinata a salvare
l'unica vita che potevi salvare.

One day you finally knew
what you had to do, and began,
though the voices around you
kept shouting
their bad advice-
though the whole house
began to tremble
and you felt the old tug
at your ankles.
"Mend my life!"
each voice cried.
But you didn't stop.
You knew what you had to do,
though the wind pried
with its stiff fingers
at the very foundations, though their melancholy
was terrible.
It was already late
enough, and a wild night,
and the road full of fallen branches and stones.
but little by little,
as you left their voices behind,
the stars began to burn
through the sheets of clouds,
and there was a new voice
which you slowly
recognized as your own,
that kept you company
as you strode deeper and deeper
into the world,
determined to do
the only thing you could do-
determined to save
the only life you could save.

Mary Oliver

illustrazione: Egon Schiele
da Ho sbagliato tutto perché lo vedevo con i miei da Ho sbagliato tutto perché lo vedevo con i miei occhi, I Quaderni del Bardo Edizioni … https://cctm.website/elisa-longo-la-solitudine/
#elisalongo #solitudine #poesia #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Fu così che l’innocente Psiche, senza accorgers Fu così che l’innocente Psiche, senza accorgersene, s’innamorò di Amore … https://cctm.website/amore-e-psiche/
#apuleio #amoreepsiche #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Ogni giorno della tua vita leggi poesie. La poesia Ogni giorno della tua vita leggi poesie. La poesia è buona perchè esercita muscoli che non usi abbastanza spesso. La poesia espande i sensi e li riporta a condizioni primordiali. Fai sì che tu ti renda conto del tuo naso, del tuo occhio, del tuo orecchio, della tua lingua, della tua mano. E, dopo tutto, la poesia è metafora compatta e similitudine. Tali metafore, come i fiori di carta giapponesi possono espandersi all’esterno in forme gigantesche.

Ray Bradbury

[da “Lo zen nell’arte della scrittura”]
#Peanuts 🥜 #Peanuts 🥜
Mi lascia indifferente il concetto di felicità, r Mi lascia indifferente il concetto di felicità, ritengo più importanti la serenità e l’armonia. Il concetto di felicità presuppone che uno sia contentissimo, che se ne vada in giro ridendo, abbracciando tutti, dicendo sono felice, che meraviglia. È chiaro che anche un mal di denti gli toglierà la gioia e, quindi, la felicità. Penso che la serenità sia una cosa diversa. La serenità ha molto dell’accettazione, ma include anche un certo autoriconoscimento dei propri limiti. Vivere in armonia non significa non avere conflitti, ma poter convivere con gli stessi serenamente.
Josè Saramago
È come una mancanza di respiro e un senso di mori È come una mancanza di respiro
e un senso di morire
quando mi stringe improvviso
il desiderio di te tanto lontano
e nulla può calmarlo, altro pensiero
non può occuparmi, tranne il Paradiso
che sarebbe per me lo starti accanto.
Ma poiché ciò m’è negato, più cara,
molto più cara d’una fredda pace
mi è la stretta indicibile −
quasi marchio di fuoco che proclami
ancora e sempre quanto sono tua.
A nessun costo vorrei separarmi
da questo mio dolore.
Margherita Guidacci
da “Anelli del tempo”

dipinto Fanny Nushka Moreaux
Tienimi. Mentre il mondo passa urlando. Davide R Tienimi. 
Mentre il mondo
passa urlando.

Davide Rondoni

illustrazione Marco Cazzato
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