collettivo culturale tuttomondo Ezio Falcomer legge Giovanni Previdi
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Ezio Falcomer legge Giovanni Previdi
Conti alla mano di Giovanni Previdi (Italia)
Se un minuto
durasse due minuti,
conti alla mano,
saremmo nel Millecinque
e avrei sedici anni.
E allora chissà,
io e te,
giovedì.
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Ezio Falcomer è nato a Concordia Sagittaria (VE) nel 1962 e vive a Torino. E’ scrittore ed attore.
Ha una esperienza di attore di prosa professionista, dapprima presso Il Teatro delle Dieci col regista Massimo Scaglione e con collaborazioni in Rai (1980-81); ha poi lavorato per varie compagnie e gruppi e ha partecipato a rappresentazioni e letture pubbliche di testi.
Dottore di Ricerca in Italianistica, ha pubblicato Carlo Vidua. Un giovane letterato subalpino in età napoleonica (Alessandria, Dall’Orso, 1991). Nel 2008 ha pubblicato un volume di versi sotto lo pseudonimo di Isidhermes Siviglia, Brezze di brace (Castellana Grotte BA, CSA Editrice). Nel febbraio del 2010 ho ottenuto il primo posto nella sezione “Silloge” del Premio internazionale di poesia “Città di Torvaianica” 2009 (poesie pubblicate nell’Antologia della manifestazione dalle Edizioni Stravagario di Irene Sparagna).
Nell’aprile del 2010, l’editore Nerosubianco di Cuneo ha pubblicato il suo Vorrei vincere il nobel per la Fisica come Frank Einstein. Post comici, demenziali, ludicomaniacali. E’ membro di Accademia dei Sensi, Compagnia di Teatro Web e di Sperimentazione Multimediale. E’ redattore e audiolettore di testi per il sito “Rosso Venexiano”.
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Giovanni Previdi è nato a Carpi nel 1977 e si è laureato in filosofia. Attualmente vive a Bologna, dove lavora come libraio.
Dopo aver partecipato nel 2012 alla riscrittura delle “Novelle stralunate dopo Boccaccio”, nel 2013 ha firmato il volume “Due fettine di salame, poesie”, edito da Quodlibet nella collana Compagnia Extra diretta da Ermanno Cavazzoni e Jean Talon.
Nei suoi componimenti dialettali, «per lo più brevi epifanie, immagini nell’intimità della coppia o nella quotidianità più banale», come ha scritto Alberto Sebastiani su “la Repubblica”, Previdi fa uso della lingua natale dei nonni, originari di Villa Poma, riscoprendone tutta la bellezza e ricchezza di sfumature. La scelta di accompagnare le poesie alla traduzione italiana risponde a un’idea precisa: «Il dialetto – si legge infatti nella prefazione al volume – è lo spartito, mentre l’italiano è l’esecuzione. Pochi sanno leggere lo spartito, ma tutti possono ascoltare l’esecuzione e capire senza conoscere le note». Alcune sue poesie erano uscite in precedenza sulle riviste “L’accalappiacani”, “Nuovi Argomenti” e su “‘tina”. Tra i suoi libri si segnala anche “Lettori. Variazioni sul tipo” (2015), accompagnato dai disegni di Alessandro Sanna.