collettivo culturale tuttomondo ex voto (Sicilia)
La locuzione latina ex voto, tradotta letteralmente, significa “a seguito di un voto”. Viene usata per indicare un oggetto dato in dono ad una divinità.
Un exvoto es una ofrenda que los antiguos hacían a sus dioses. Estas ofrendas se depositaban en santuarios o lugares de culto y podían consistir en figurillas representando personas o animales, armas, alimentos, etc.
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Foto di Salvatore Lo Pinzino, ex voto cuoriforme, 1890 ca – dalla raccolta di Santa Maria del Popolo a Enna
I cuori di stoffa in Santa Maria del Popolo di Rocco Lombardo
Presso la chiesa di Santa Maria del Popolo, per struttura architettonica e vicende storiche collegata all’omonimo monastero carmelitano soppresso a seguito delle leggi eversive del neonato Regno d’Italia (1866-1867) e attualmente sede della Confraternita del Sacro Cuore di Gesù, è custodita una raccolta di ex voto di tipologia particolare, esattamente cuoriforme.
Si tratta di 34 oggetti devozionali di stoffa, adorni di decori ricamati, verosimilmente risalenti agli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, di cui un solo esemplare reca sul verso una dichiarazione individuante l’esecutrice e l’epoca (Ricordo fatto da me zelatrice Maria Vigiano di Michele al Sacro Cuore di Gesù 17-10-1897) con filo da ricamo di seta o cotone di vari colori.
La Vigiano nel qualificarsi “zelatrice” ci conferma l’esistenza anche tra i fedeli ennesi di un gruppo, molto esteso nell’orbe cattolico, avente lo scopo di convertire il mondo al cattolicesimo e di affrettare la venuta del regno di Cristo con intense preghiere e pie pratiche rivolte al suo Sacro Cuore.
Trattasi di quell’Apostolato della Preghiera richiamato in qualche locale documento d’epoca e che, sorto in Francia verso il 1844 in ambito gesuitico e presto divenuto una delle associazioni strettamente religiose più diffuse, era costituito appunto da zelatori e da zelatrici e si prodigava con le più opportune forme di pietas a diffondere la devozione verso il Sacro Cuore, tanto da assumere talvolta la denominazione di Pia Lega del Sacro Cuore.
Fra le sue pratiche devozionali poteva ben comprendersi la realizzazione degli ex voto cuoriformi eseguita personalmente dalle adepte, come ci rivela l’affermazione della Vigiano.
Ma, data la varietà dei casi risalenti anche a devoti incapaci di confezionarli, non è da scartare l’ipotesi che la maggior parte dei “cuori” pervenutici siano stati eseguiti dalle suore carmelitane del monastero di Santa Maria del Popolo, che continuarono a realizzarli anche quando, dopo l’esecuzione delle leggi eversive, abbandonarono la loro secolare dimora per essere accolte dalle consorelle di quello di San Marco, pur esse notoriamente dedite, tra l’altro, a lavori di cucito, rammendo e ricamo, in cui mostravano particolare attitudine e abilità.
E magari furono incaricate di eseguirli dagli zolfatai o dai loro congiunti, attorno ai quali sin dalle origini ruotava la confraternita del Sacro Cuore e il cui ambiente lavorativo era soggetto a continui rischi, meritevoli perciò di celeste protezione, mentre quello sociale era tristemente noto, a torto o a ragione, per comportamenti blasfemi e dissoluti, irriverenti verso il Cristo e bisognosi pertanto di atti riparatori nei suoi confronti.
Non è difficile opinare che le due circostanze possano aver dato origine, dato il tipico carattere della religiosità popolare dell’epoca, al radicarsi della consuetudine dell’offerta di questi cuori devozionali.
ex voto (Sicilia)
Foto di Salvatore Lo Pinzino, ex voto cuoriforme, 1890 ca – dalla raccolta di Santa Maria del Popolo a Enna