collettivo culturale tuttomondo Eugenio Montale Ossi di seppia
Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore da ubriaco.
Poi, come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi, case, colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
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Tal vez una mañana, andando en un aire de vidrio,
árido, al volverme veré cumplirse el milagro:
la nada a mis espaldas, el vacío detrás
de mí, con un terror de borracho.
Luego, como en una pantalla, acamparán de pronto
árboles, casas y cerros para el consabido engaño.
Pero será muy tarde, y me iré silencioso
entre los hombres que no se vuelven, con mi secreto.
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Eugenio Montale
da Ossi di seppia, 1920-1927
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foto: Maria J. De La Cruz
traducción de Guillermo Fernández
Eugenio Montale (Génova, 12 de octubre de 1896-Milán, 12 de septiembre de 1981) fue un poeta, ensayista y crítico de música italiano.
Recibió el Premio Nobel de Literatura en 1975 … siga leyendo Wikipedia
Ossi di seppia è la prima raccolta di Eugenio Montale.
L’opera vede una prima pubblicazione nel 1925 per mano dell’amico editore Gobetti, ed è successivamente rieditata nel 1928 con l’aggiunta di alcune poesie, che non mitigano il tono esistenzialista e filosoficamente “negativo” della prima edizione. Il titolo scelto dal poeta è espressione del sentimento di emarginazione ed aridità nel rapporto con la realtà che caratterizza la prima parte della sua opera poetica.
Il rapporto dell’uomo con la natura non è più simbiotico; Montale rifiuta la tradizione a lui antecedente (quella di discendenza romantico-decadente, e ben rappresentata da Gabriele D’Annunzio) della fusione tra l’io poetico e il mondo naturale, così che il paesaggio ligure diventa nudo e desolato come un osso di seppia. Il sole è una presenza costante che secca tutto ciò che raggiunge coi suoi raggi, e l’aspro paesaggio naturale ed animale che l’occhio del poeta descrive è un trasparente simbolo di un suo profondo ed inestirpabile disagio esistenziale.