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Come lattine di birra vuote di Ernesto Cardenal (Nicaragua, 1925 – 2020)
Come lattine di birra vuote e mozziconi
di sigarette spente, sono stati i miei giorni.
Come figure che passano sullo schermo di un televisore
E spariscono, cosí é passata la mia vita.
Come automobili che passano rapide per le strade
con risa di ragazze e musiche delle radio…
E la bellezza è passata rapida, come il modello delle auto
e la canzoni delle radio che sono passate di moda.
E non è rimasto nulla di quei giorni, nulla
più che lattine vuote e mozziconi spenti
risa nelle foto ingiallite, biglietti strappati,
e la segatura con la quale all’ albeggiare hanno scopato i bar.

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Como latas de cerveza vacías de Ernesto Cardenal (Nicaragua, 1925 -2020)
Como latas de cerveza vacías y colillas
de cigarrillos apagados, han sido mis días.
Como figuras que pasan por una pantalla de televisión
y desaparecen, así ha pasado mi vida.
Como automóviles que pasaban rápidos por las carreteras
con risas de muchachas y músicas de radios…
Y la belleza pasó rápida, como el modelo de los autos
y las canciones de los radios que pasaron de moda.
Y no ha quedado nada de aquellos días, nada,
más que latas vacías y colillas apagadas,
risas en fotos marchitas, boletos rotos,
y el aserrín con que al amanecer barrieron los bares.
de Antología nueva, Editorial Trotta, 1996
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foto: Neil De Westelinck – fair use
Ernesto Cardenal (Granada, 1925 – Managua, 2020) è stato un poeta, presbitero e teologo nicaraguense.
Nato in una famiglia benestante di Granada, Cardenal si avvicina presto alla letteratura e agli studi umanistici, che approfondisce tra il Nicaragua, il Messico e gli Stati Uniti. Negli anni ’50, la sua vita prende una svolta decisiva: si avvicina al monachesimo, entra nell’abbazia trappista di Gethsemani nel Kentucky e diventa discepolo del celebre monaco e poeta Thomas Merton, che lo influenza profondamente sia come uomo sia come scrittore.
Tornato in Nicaragua, nel 1966 fonda la comunità di Solentiname, su un arcipelago lacustre: un esperimento di vita comunitaria, spiritualità condivisa, arte e impegno sociale. Qui Cardenal promuove la lettura della Bibbia tra i contadini, interpreta il Vangelo in chiave di liberazione e trasforma Solentiname in un laboratorio di poesia, pittura e resistenza contro la dittatura di Somoza.
Cardenal non separa mai la fede dall’azione. Abbraccia la teologia della liberazione, che vede nel cristianesimo una forza di emancipazione per i poveri e gli oppressi. Partecipa attivamente alla rivoluzione sandinista che nel 1979 rovescia la dittatura. Viene nominato Ministro della Cultura del nuovo governo, incarico che ricopre fino al 1987, promuovendo la diffusione della cultura e della poesia tra il popolo.
La poesia di Cardenal è limpida, diretta, profondamente radicata nella realtà del suo paese e nel destino dell’America Latina. Nei suoi versi convivono la denuncia delle ingiustizie, la memoria storica degli indigeni, la speranza di un mondo nuovo e una tensione mistica che abbraccia il cosmo intero.
Tra le sue opere più celebri ricordiamo:
Epigramas (1961): brevi poesie d’amore e di satira politica, tra le più note della letteratura ispanoamericana contemporanea.
Salmos (1964): riscrittura dei Salmi biblici in chiave moderna, con accenti di protesta e invocazione alla giustizia.
Oración por Marilyn Monroe y otros poemas (1965): una poesia che unisce compassione e denuncia sociale, diventata celebre in tutto il mondo.
Canto nacional (1973): un inno alla storia e alla lotta del popolo nicaraguense.
Canto Cósmico (1989): un’opera monumentale che fonde scienza, spiritualità e poesia, considerata una delle vette della letteratura latinoamericana.
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