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Erika Kuhn (Mexico)

25/07/2020 By carlaita

centro cultural tina modotti Erika Kuhn

Erika Kuhn è un’artista messicana che, armata di un quaderno e di una buona dose di onestà, scava negli angoli più profondi della sua anima per esplorare pensieri e sentimenti.

Attraverso il suo diario, apre un cuore pieno di dubbi, dolore, silenzio, bellezza e coraggio. Il suo diario sembra il suo faro. Abbiamo tutti bisogno di un faro quando siamo nel mezzo della tempesta, quando ci perdiamo nella realtà e quando inconsciamente coltiviamo il dolore per trasformarlo in sofferenza.

“No, è bello credere negli specchi, ti sprofondano quasi sempre nel grande nulla e non importa quanto guardi e vedi te stesso, non finisci mai per riconoscerti nel riflesso.” Frammento # Ensayo4

Non so perché, ma non sono sorpresa di trovare Lluis Llach, Sabina o Tom Waits tra i musicisti preferiti di Erika e, inoltre, libri come The Invention of Everyday Life di Michel De Certeau, Disappearances of Paul Auster o Cortazar e le sue storie, tra il suo elenco di riferimenti essenziali.

“Penso che essere un artista non sia un essere, ma un modo di essere. L’artista non è un essere privilegiato, ma preferisce la vita … quello che ho imparato da artisti come Roman Opalka, On Kawara, Sophie Calle, … è che le azioni quotidiane svolte come parte della sua vita sono la sua produzione artistica. Per me disegnare è un altro modo di scrivere, il mio modo di scrivere i miei diari e di registrare tempi ed eventi il ​​risultato del mio contatto con il mondo ”

Erika Kuhn es una artista visual mexicana que, armada con una libreta y una buena dosis de honestidad, se adentra en los rincones más profundos de su alma para explorar pensamientos y sentimientos.

A través de su diario nos abre un corazón lleno de dudas, dolor, silencio, belleza y valentía. Su diario parece su faro. Todos necesitamos un faro cuando estamos en medio de la tormenta, cuando nos perdemos en la realidad y cuando alargamos, inconscientes, el dolor para convertirlo en sufrimiento.

“No, es bueno creer en los espejos, casi siempre te hunden en la gran nada y por más que te veas y te veas, nunca acabas por reconocerte en el reflejo”. Fragmento #Ensayo4

No sé por qué pero no me extraña encontrar a Lluis Llach, Sabina o Tom Waits entre los músicos favoritos de Erika y, tampoco libros como La invención de lo cotidiano de Michel De Certeau, Desapariciones de Paul Auster o a Cortazar y sus cuentos, entre su lista de imprescindibles.

“Creo que ser artista no es un ser, sino una forma de ser. El artista no es un ser privilegiado, sino que favorece la vida… lo que he aprendido de artistas como Roman Opalka, On Kawara, Sophie Calle,… es que las acciones cotidianas realizadas como parte de su vida son su producción artística propia.
 Para mí, el dibujo es otra forma de escribir, mi forma de escribir mis diarios y registrar el tiempo y los acontecimientos el resultado de mi contacto con el mundo”
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Nuria Carbo
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illustrazione: Erika Kuhn, Senza titolo

traduzione: Carla

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Erika Kuhn è una visual artist messicana.

Laureata nel 2007 in arte plastica (specializzandosi in grafica e video) all’Accademia di Belle Arti di Toluca, dove attualmente insegna, Erika ha partecipato a diverse mostre collettive e personali. Ha ottenuto diverse menzioni in concorsi di disegno e molti dei suoi lavori sono stati pubblicati in riviste e libri.

 

 
 

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: Mimmo Jodice, Vedute di Napoli, Opera 8, 1980 … https://cctm.website/mimmo-jodice-italia/
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Ho paura di vederti necessità di vederti speranza Ho paura di vederti
necessità di vederti
speranza di vederti … https://cctm.website/ezio-falcomer-legge-mario-benedetti/

Ezio Falcomer legge Mario Benedetti
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Erano di pietra celeste, tutti fichi d'india, e qu Erano di pietra celeste, tutti fichi d'india, e quando si incontrava anima viva era un ragazzo che andava o tornava, lungo la linea, per cogliere i frutti coronati di spine che crescevano, corallo, sulla pietra.
Elio Vittorini

[Conversazione in Sicilia]

dipinto Renato Guttuso
Doris Bellomusto Cosa so dell’amore? … https:/ Doris Bellomusto Cosa so dell’amore? … https://cctm.website/doris-bellomusto-cosa-so-dellamore/
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Non ho mai capito dove finisce l’amore che non u Non ho mai capito dove finisce
l’amore che non usi.
Vorrei, da brava massaia,
usarne gli avanzi per le polpette, concimarci le piante … https://cctm.website/stella-poli-italia/
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Tra due persone accade che talvolta, molto raramen Tra due persone accade che talvolta, molto raramente, nasca un mondo.

Questo mondo è poi la loro patria, era comunque l’unica patria che noi eravamo disposti a riconoscere. Un minuscolo microcosmo, in cui ci si può sempre salvare dal mondo che crolla.

Martin Heidegger

foto Laura Makabresku
Non sono solitario, le dissi. E stavo per aggiung Non sono solitario, le dissi. 
E stavo per aggiungere: sono solo, è diverso.

Stefano Benni

foto Kento Izumi‎
Non si può vedere il sospiro, la speranza, l'atte Non si può vedere il sospiro, la speranza, l'attesa, la verità. 
Non si può vedere il tuo nome chiuso nella mia gola, il tuo “sì” nel mio sangue, la sete e la fame che ora chiedono solo di te, e il nodo che mi hai stretto alle viscere, e l'affanno di non saperti seguire, se non con il mio passo lento, che esiste solo in funzione del tuo, che sa solo la strada che vedi tu. 

L'acqua che nutre non resta in superficie. E' invisibile.

Luciana Manco

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Fabio Magnasciutti Fabio Magnasciutti
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Matilda, mia cara, ti scrivo questa lunga lettera Matilda, mia cara,
ti scrivo questa lunga lettera a pochi giorni dal mio novantaduesimo compleanno, mentre tu hai quasi quattro anni e ancora non sai cosa sia l’alfabeto. Spero che tu possa leggerla nel pieno della tua giovinezza ... https://cctm.website/andrea-camilleri-lettera-a-matilda/
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🍁🍂 🍁🍂
Qual è la parola per dire che non si hanno più s Qual è la parola per dire che non si hanno più sentimenti
negativi verso chi ti ha ferito?
Perdono, mi hanno risposto. Ma io volevo, al contrario, parlare
del rancore.
Questo è stato l’inizio e può valere come esempio.
Ogni giorno c’è una parola nuova di cui non ricordo il senso
e il cui suono tintinna un motivo percepito a brani
familiare una volta, ora perduto.
La sua luce abituale cade. Di colpo non importa,
provo rancore, perdono chi prova rancore, mi perdono?
C’è un alfabeto incomprensibile, un linguaggio dimenticato.
I nomi ruotano privi della loro materia fin dal mattino.
Come chiamare la stoffa bianca che il vento muove davanti
alla vetrata?
Tenda, tende. Il riso mi si annida in gola.
Lei, cioè io, tende a cosa?
Qui so rispondere: tendo alla terza persona
alla grazia sperimentata una volta sola
di un dolore sdoppiato e spinto fuori
poi fissato, ascoltato perfino nello scroscio delle lacrime
ma da un’altra me stessa
capace di lasciare la sua vecchia pelle sulla terra.

Antonella Anedda 

 foto © Nini Kubaneishvili
Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi s Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera. 

Emil Cioran
foto Saul Leiter
Fabio Magnasciutti Fabio Magnasciutti
Per riuscire a capire il mondo, a volte bisogna di Per riuscire a capire il mondo, a volte bisogna distrarsi.

Albert Camus

foto keristi  k
di Maya Angelou Ho imparato che qualsiasi cosa a di Maya Angelou 

Ho imparato che qualsiasi cosa accada, o per quanto l’oggi sembri insopportabilmente brutto, la vita va sempre avanti e il domani sarà  migliore.
Ho imparato che si può capire molto di una persona dalla maniera in cui affronta queste tre cose: una giornata piovosa, la perdita del bagaglio, l’intrico delle luci dell’albero di Natale.
Ho imparato, indipendentemente dal rapporto che abbiamo coi nostri genitori, che ci mancheranno quando saranno usciti dalla nostra vita.
Ho imparato che il semplice sopravvivere è diverso da vivere.
Ho imparato che la vita qualche volta consente una seconda chance.
Ho imparato che non si può affrontare la vita con i guantoni da baseball su entrambe le mani: si ha sempre bisogno di gettare qualcosa dietro le spalle.
Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione col cuore, generalmente faccio la scelta giusta.
Ho imparato che anche quando ho delle sofferenze non devo essere una sofferenza.
Ho imparato che ogni giorno si dovrebbe uscire ed avere contatti con qualcuno.
Ho imparato che le persone gradiscono molto un abbraccio, o anche semplicemente una pacca sulle spalle.
Ho imparato che ho ancora molto da imparare.
Ho imparato che le persone dimenticheranno quanto hai detto, dimenticheranno quanto hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.

illustrazione Ofra Amit
Carezze, ecco. Io se fossi una mano sognerei care Carezze, ecco. 
Io se fossi una mano sognerei carezze, quel bel contatto che consola la pelle che le riceve e anche quella che le fa.

Sergio Claudio Perroni

Foto: Laura Makabresku
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