collettivo culturale tuttomondo Elsa Morante La Storia
E con lo stupore di una bestiola, disse in una voce disperata:
” A’ mà….pecché?”
In realtà, questa sua domanda non pareva rivolgersi proprio a Ida là presente: piuttosto a una qualche volontà assente, immane e inspiegabile. ….
Quella domanda: pecché? era diventata in Useppe una sorta di ritornello, che gli tornava alle labbra fuori tempo e fuori luogo, forse per un movimento involontario ( se no, si sarebbe preoccupato di pronunciarla bene con la erre ). Lo si sentiva a volte ripeterla fra sé in una sequela monotona: ” pecché? pecché pecché pecché pecché?? “. Ma per quanto sapesse di automatismo, questa piccola domanda aveva un suono testardo e lacerante, piuttosto animalesco che umano. Ricordava difatti le voci dei gattini buttati via, degli asini bendati alla macina, dei caprettini caricati sul carro per la festa di Pasqua. Non si è mai saputo se tutti questi pecché innominati e senza risposta arrivino a una qualche destinazione, forse a un orecchio invulnerabile di là dai luoghi.”
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Elsa Morante
frammento da La Storia, Einaudi, 1974
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fotogramma: Claudia Cardinale da La Storia di Luigi Comencini, 1986
La Storia è un romanzo storico del 1974 scritto da Elsa Morante. Considerata come una delle sue opere più conosciute, ma allo stesso tempo anche criticate e discusse, l’autrice impiegò almeno tre anni per comporla e volle che fosse data alle stampe direttamente in edizione tascabile, in brossura e a basso costo. Il romanzo venne, perciò, pubblicato nel giugno del 1974 nella collana Gli Struzzi dalla casa editrice Einaudi.
Ambientato nella Roma della seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra, negli anni fra il 1941 e il 1947, come romanzo corale è pretesto per un affresco sugli eventi bellici visti con gli occhi dei protagonisti e della popolazione ferita.
I quartieri romani martoriati dai bombardamenti e le borgate di periferia affollate da nuovi e vecchi poveri (San Lorenzo, Testaccio, Pietralata, il ghetto ebraico di Roma) e le alture dei vicini Castelli Romani, in cui si muovono le formazioni partigiane di opposizione al nazifascismo e alcuni dei protagonisti della vicenda che scandisce la narrazione come un naturale fil rouge, vengono descritti con realismo, ma anche con una marcata visionarietà poetica.
Dal romanzo è stato tratto nel 1986 il film omonimo diretto da Luigi Comencini. (fonte Wikipedia)
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