cctm collettivo culturale tuttomondo Elisabetta Rasy (Italia)
di Elisabetta Rasy (Roma, 1947)
Ricordo quella donna perché era alta e perché portava i pantaloni. Nessuna donna portava i pantaloni, cioè nessuna vecchia. Le amiche di mia nonna erano vecchie e vestite tutte allo stesso modo, un golfino beige o pastello sopra una gonna scura e un filo di perle. Le riceveva il pomeriggio, dalle sei alle sette, poi quando la lasciavano lei cominciava la sua toilette per andare a giocare al circolo. Quella donna venne una volta sola, era diversa dalle altre, sebbene anche lei fosse vecchia, o almeno così mi sembrava. Facendo i calcoli doveva avere allora circa cinquantotto o sessant’anni, come le altre, del resto.
Era alta più o meno come mia nonna, cioè un metro e settantacinque circa, che per la loro generazione era una bella altezza. Le altre amiche erano tutte più basse, e una era bassa quasi quanto me che ero una bambina di sette anni. Però mia nonna era diventata piuttosto grossa, portava sottili calze di nylon e metteva il rossetto, che era di un colore più scuro rispetto ai capelli, rossi pure quelli, di quel rosso fasullo che fa sembrare le donne più vecchie di quel che sono. Invece l’altra era sottile, dritta come certi uomini dal carattere inflessibile, che col passar del tempo invece di incurvarsi si ergono sempre di più. I suoi capelli erano grigi, un taglio molto corto, all’indietro, che faceva risaltare i suoi lineamenti perfetti e soprattutto i due occhi azzurri, seri, mobili, attenti.
La chiamavano Marie Rose, ma non era francese, era napoletana come tutte le altre, solo che da molti anni viveva a Parigi.
incipit de Le regole del fuoco, Rizzoli, 2016
_
Si precisa che la diffusione di testi o immagini è solo a carattere divulgativo della cultura e senza alcuno scopo di lucro, nè rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornata senza alcuna periodicità specifica. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
cctm collettivo culturale tuttomondo Elisabetta Rasy (Italia)