cctm collettivo culturale tuttomondo Costanza Rizzacasa d’Orsogna (Italia)
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I gatti sono creature tenaci e piene di immaginazione.
Costanza Rizzacasa d’Orsogna
da Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare, Guanda, 2018
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illustrazione: Giacomo Bagnara, dettaglio della copertina del libro
Milo è un gattino nero, nato per strada in circostanze travagliate. La solitudine lo costringe a crescere in fretta, anche se appare tanto fragile e minuto. E con quel difetto, per di più, di camminare a zig-zag, tutto traballante.
Ma lui non si sente diverso dagli altri e, in una notte di temporale, decide di provarci: di darsi lo slancio verso la grande avventura della vita. L’incontro con una ragazza – che forse aspettava proprio lui – gli rivelerà il significato della parola casa.
Con affetto e pazienza, la mamma umana lo sosterrà nei suoi goffi tentativi di imparare a saltare. Intorno a loro, tanti nuovi amici: il gabbiano Virgilio, lo scorpioncino G-Attila, il riccio Giulia, l’astice senza una chela…
Grazie a tutti loro, Milo scoprirà che si può trasformare la fragilità in forza e che non c’è molta differenza tra essere diverso e essere speciale.
Costanza Rizzacasa d’Orsogna, scrittrice, giornalista e saggista, lavora al Corriere della Sera, dove si occupa di letteratura e cultura americane per il supplemento la Lettura.
Ha curato Storia di mio padre di Stefano Cagliari (Longanesi 2018) e nel 2020 ha pubblicato per Guanda il suo primo romanzo, Non superare le dosi consigliate. Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare (Guanda 2018), è uscito anche in Thailandia e in Corea del Sud. E’ del 2021 la seconda avventura: Storia di Milo, il gatto che andò al Polo Sud.
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Una favola (vera) sulla tenacia la relisienza, la diversità. E l’amore.
Vanity Fair.it
La favola di Milo si trasforma da storia per bambini a un manuale per adulti: ai primi insegna che il diverso non esiste e non esistono limiti che non possano essere superati con l’impegno e la costanza (e alcuni amici); ai secondi che forse è tempo di guardare oltre i luoghi comuni.
Domenica – Il Sole 24 Ore