collettivo culturale tuttomondo Claudia Andujar (Brasile)
Claudia Andujar ha trascorso oltre cinquant’anni a fotografare e proteggere gli Yanomami, uno dei più grandi gruppi indigeni del Brasile oggi minacciato dai cercatori d’oro illegali e dai rischi di contagio.
Claudia Andujar è nata in Svizzera nel 1931, ma è di origini ebreo-ungheresi; il padre, durante la seconda guerra mondiale, fu deportato nel campo di concentramento di Dachau, dove venne ucciso insieme ad altri membri della famiglia.
Durante la guerra il padre viene deportato e ucciso a Dachau insieme a gran parte della sua famiglia, mentre lei e la madre riescono a fuggire e fanno ritorno in Svizzera. Nel 1946 si trasferisce a New York e studia scienze umane all’Hunter College. Qui incontra Julio Andujar, che sposa alcuni anni dopo.
Nel 1955 raggiunge la madre a San Paolo e si trasferisce definitivamente in Brasile, dove intraprende la carriera di fotogiornalista. Alla fine degli anni cinquanta i suoi lavori appaiono su riviste come “Look”, “Life”, “Fortune”, “Realidade” e “Aperture”. Alla fine degli anni settanta entra in contatto con la popolazione degli Indiani Yanomami, lascia il fotogiornalismo e si dedica a ritrarre esclusivamente questo gruppo, unendo alla ricerca artistica l’attivismo politico in loro difesa.
Nel 1971 e nel 1977 ottiene due borse di studio Guggenheim che le consentono di proseguire la propria ricerca. Nel 1978 fonda la ONG Comissão pró-Yanomami, che ha lo scopo di ottenere il riconoscimento del territorio Yanomami, garantendone una maggiore tutela, obiettivo che viene raggiunto finalmente nel 1992.
Fra le ultime importanti esposizioni si ricorda The Yanomami Struggle, alla Fondation Cartier di Parigi e alla Triennale di Milano nel 2020.
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foto: Claudia Andujar
collettivo culturale tuttomondo Claudia Andujar (Brasile)