collettivo culturale tuttomondo Christian Bobin (Francia)
Sai cos’è la malinconia? Hai già visto un eclissi?
Beh è questa cosa qui: la luna scivola davanti al cuore e il cuore non dà più luce. La notte in pieno giorno.
La malinconia è dolcezza e buio.
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Christian Bobin
frammento da Folli i miei passi, AnimaMundi Edizioni, 2013
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illustrazione Mariana Palova
Dal romanzo di Christian Bobin, Folli i miei passi, si sprigiona un’atmosfera sognante.
Vien fuori dal racconto di una ragazza quasi trentenne che in prima persona ripercorre la sua bizzarra vita: dall’infanzia nel circo, al suo matrimonio celebrato quando aveva solo diciassette anni, fino alla particolare amicizia con un’anziana signora.
Colpiscono non i fatti che accadono a Lucie, ma il suo modo leggero di narrarli, quasi fosse un funambola che cammina scalza sul filo sospeso delle parole. I suoi passi sono brevi frasi piene di osservazioni originali, come dei piccoli piedi che lasciano impronte seducenti dietro il loro cammino.
Ad esempio: “Parliamo molto ai bambini. Parliamo loro giorno e notte. Gli parliamo del loro bene, della loro vita e della loro morte. Soprattutto della loro morte. Il bambino è colui a cui si annuncia giorno e notte la sua fine imminente, certa, voluta: cresci. Sbrigati a crescere. Muori e lasciaci tra noi. L’infanzia è come un cuore: i suoi battiti troppo veloci ci spaventano”.
Se però le prime pagine incantano con il loro modo di narrare, dopo un po’ la mancanza di una vera trama o di svolta comincia a pesare e questo potrebbe essere il difetto – se si vuol trovare un difetto – del libro di Bobin.
C’è da dire però che i passi di Lucie, per sua stessa ammissione, sono “folli” e quindi non è detto che debbano portare per forza da qualche parte. Semplicemente vanno, con assoluta libertà. Riga dopo riga. (by Mangialibri)
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illustrazione Mariana Palova