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Cesare Pavese È facile

27/06/2022 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo Cesare Pavese È facile

È facile essere buoni quando non si è innamorati.

Es fácil ser buenos cuando no estamos enamorados.

Cesare Pavese

Cesare Pavese È facile poesia cctm a noi piace leggere

foto: Loretta Lux, 1999 – fair use

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Cesare Pavese nasce nelle Langhe, in Piemonte, nel 1908, nella cascina dove la famiglia era solita trascorrere le vacanze estive, a Santo Stefano Belbo.

A soli sei anni Pavese rimane orfano di padre e viene di conseguenza assorbito in un universo totalmente femminile, composto dalla madre e dalla sorella, che non aiuta il carattere già introverso e insicuro del bambino, che, in seguito alla vendita della casa di Santo Stefano, sconta anche la perdita delle radici natali. Frequentata la prima elementare a Santo Stefano Belbo e poi tornato con la famiglia a Torino, Pavese continua a considerare la campagna e il paesaggio delle Langhe il luogo dell’immaginazione e del ricordo, come poi si vedrà in opere come Paesi tuoi o La luna e i falò.

In città, dopo aver finito le scuole primarie, Cesare frequenta prima il ginnasio e poi, dal 1923, il liceo “D’Azeglio”, dove fa uno degli incontri più importanti per la sua formazione: quello col professore d’italiano Augusto Monti, che lo avvicina ai valori dell’antifascismo.

Sempre al “D’Azeglio” il giovane Pavese conosce i compagni, che diventano presto amici, Leone Ginzburg e Norberto Bobbio.

Nel frattempo, come per il coetaneo Elio Vittorini, l’interesse e la curiosità per la letteratura americana, di conseguenza per la lingua inglese, si fanno sempre più definiti, tanto che Pavese si laurea nel 1930 in Lettere e Filosofia con una tesi su Walt Whitman (1819-1892). La passione si tramuta in un mestiere, e Pavese si afferma come critico letterario e traduttore: sue le traduzioni di Sinclair Lewis, Sherwood Anderson, John Dos Passos, il Dedalus di Joyce e Moby Dick di Melville.
Nel frattempo, diventa sempre più rilevante l’attività antifascista attiva: entrato nel movimento “Giustizia e libertà”, Pavese sostituisce nel 1934 Leone Ginzburg (arrestato dalle squadre fasciste) alla direzione della rivista einaudiana “La cultura”; nella primavera del 1935 viene arrestato anch’egli in una retata, assieme a Carlo Levi, Franco Antonicelli e lo stesso Einaudi. Lo scrittore è confinato a Brancaleone Calabro, situazione che egli vive come una profonda ingiustizia, tanto che trascorre quel periodo in un atteggiamento di totale passività e frustrazione; sono tuttavia questi i mesi in cui maturano le prime pagine de Il mestiere di vivere, e l’intera esperienza verrà poi traposta nel racconto lungo Il carcere.

Nel 1936 vedono poi la pubblicazione, grazie alle edizioni della prestigiosa rivista “Solaria”, le poesie di Lavorare stanca, pur colpite pesantemente dalla censura.

Dopo la vittoria nella guerra d’Etiopia, l’Italia concede il condono ai condannati politici, e Pavese può fare così ritorno nella sua città; Non potendo più dedicarsi all’insegnamento, a causa dei suoi trascorsi politici, torna a lavorare per l’editoria, traducendo nuovi autori tra cui Steinbeck e Dickens, e diventa redattore all’Einaudi.

È del 1941 la pubblicazione del suo primo romanzo, Paesi tuoi, e dell’anno successivo La spiaggia.

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Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Pavese non viene arruolato per ragioni di salute e, ancora ferito dall’esperienza del confino calabrese, si tiene lontano dall’impegno politico anche dopo l’armistizio del 1943 e, mentre molti suoi amici cadono da partigiani, lui vive nascosto dalla sorella nel Monferrato (scelta che continuerà a tormentare l’autore negli anni a venire).

Dopo la guerra Pavese torna all’Einaudi, e gioca un ruolo chiave nella rinascita culturale del paese, anche se le vicende sentimentali private – è di questi anni l’amore infelice per Bianca Garufi, cui sono dedicati i Dialoghi con Leucò del 1947 – lo vedono sempre frustrato e insoddisfatto

L’attività di romanziere e intellettuale procede invece con successo.

A Viareggio viene premiato nel 1947 Il compagno, e Pavese diviene promotore di una collana di antropologia culturale per Einaudi, in collaborazione con lo studioso Ernesto De Martino. Gode di un riscontro positivissimo del pubblico e della critica Prima che il gallo canti, 1949, Il carcere e La casa in collina. Del 1950 sono invece La bella estate e La luna e i falò.

Eppure Pavese, logorato dalle frustrazioni amorose (l’ultima per l’attrice americana Constance Dowling), dal rimorso per non aver partecipato alla Resistenza e dalla depressione, si suicida il 27 agosto 1950, nella stanza di un albergo torinese.

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Intanto non la chiamare gente, sono persone, una p Intanto non la chiamare gente, sono persone, una per una. Se la chiami gente non fai caso alle persone.

Erri De Luca

Illustrazione di xuan loc xuan
Tutto sbagliato E fu così che ci trovammo nel po Tutto sbagliato

E fu così che ci trovammo
nel posto sbagliato
al momento giusto
o forse
era il posto giusto
al momento sbagliato
con tutta probabilità
era tutto sbagliato
il posto
ed
il momento.

Erano sbagliati gli alberi e le strade
era sbagliato il cielo
ed il cemento
eri sbagliata tu
ero sbagliato io.

Sbagliammo il primo bacio
e l’ultimo
il primo appuntamento.
Il primo orgasmo fu sbagliato
e fu sbagliato il primo vaffanculo.
Fu sbagliato dirti t’amo
fu sbagliato dirti t’odio.

In realtà t’odio non te lo dissi mai
lo pensai
sbagliando.

Però sbagliò la luna ad esser piena quella notte
e a illuminarti il viso
sbagliarono i tuoi occhi ad esser belli in pianto
sbagliarono gli abbracci
quelli non dati
quelli dati
quelli non chiesti
quelli sperati.

E fu così che ci perdemmo
il sole sorse a ovest
abbaiarono i cavalli
i tassisti romani
offrirono un giro gratis
a tutti.
Guido Catalano

foto Gianni Boradori 

#OgniVoltaCheMiBaciMuoreUnNazista
Rizzoli
#PFR
Non muoverti. Se ti muovi lo infrangi. È come una Non muoverti.
Se ti muovi lo infrangi.
È come una gran bolla di cristallo
sottile
stasera il mondo: …
è sempre più gonfia e si leva.
O chi credeva
di noi spiarne il ritmo e il respiro?
Meglio non muoversi.
È un azzurro subacqueo
che ci ravvolge
e in esso
pullulano forme immagini arabeschi.
Qui non c’è luna per noi:
più oltre deve sostare:
ne schiumano i confini del visibile.
Fiori d’ombra non visti,
immaginati, frutteti imprigionati
fra due mura,
profumi tra le dita dei verzieri!
Oscura notte,
crei fantasmi o adagi
tra le tue braccia un mondo?
Non muoverti.
Come un’immensa bolla
tutto si gonfia, si leva.
E tutta questa finta realtà
scoppierà

forse.

Noi forse resteremo.

Noi forse.

Non muoverti.
Se ti muovi lo infrangi.

Piangi?

Eugenio Montale

dipinto Nikoletta  Bati
Il gatto trasforma le emozioni negative in positi Il gatto trasforma le emozioni 
negative in positive. 
Accarezzandolo ti senti meglio. 
Quando si strofina, 
il tuo spirito si rallegra. 
Quando ti miagola, 
parla con te una lingua d’amore. 
Quando ascolti le sue fusa, 
la tua anima si rasserena. 
Questa è la sua magia, 
questo è il suo potere.

(Corrado Debiasi, “Il villaggio dei monaci senza tempo”)
Cosa fa l'amore quando è stanco? Si spoglia, sca Cosa fa l'amore quando è stanco? 
Si spoglia, scalzo 
cammina piano piano,
si lega forte all'albero maestro,
mesto e solitario prega 
in silenzio
sbriciola il pane al pettirosso,
telefona a chi è lontano quando è sera,
all'ora di cena ricorda 
una canzone e canta 
sottovoce 
mentre apparecchia. 
L'amore quando è stanco mangia pane e tempo, 
sbriciola le ore in minuti e li divora ingordo
arreso al morso amaro della fretta.
Doris Bellomusto 

foto: Sombras projetadas (de Lourdes Castro e René Bertholo), Rue de Saints Pères, Paris, 1964
Non sono capace, amore, di farti un canto. Tu sei Non sono capace, amore, di farti un canto.
Tu sei tutto di spine e di fuoco
e mi tieni lontana dal tuo cuore
pericoloso. Io non so bastarti alla gioia
e così poco così poco mi pare
t’incanto, sollevo quell’ombra scontrosa
che tu sei tutto d’amaro e furore
tu sei in urto e sperdimento
mio velocista, mio primatista del cuore
mio barbarico ragazzo di vento
mio torrente furioso
arrivi alla mia acqua quieta
con onde e sonagli e pepite d’oro.
Vecchio fiume saremo un bel giorno io e te,
io acqua e tu moto, io sponda e tu vento,
io pioggia e tu lampo,
io pesce e tu guizzo d’argento
io luna riflessa, tu cielo tu spada
d’Orione, tu tutto l’amore umano
che tento che tento
d’amarti per bene
mio grembo splendenza.
E tu prendimi
portami con te
come un incendio
nelle tue abitudini.

Mariangela Gualtieri

foto Teresy Gierzyńskiej
#penauts 🥜 #penauts 🥜
da Giocavo all’ala, Pequod, 2005 .. https://cctm da Giocavo all’ala, Pequod, 2005 .. https://cctm.website/stefano-simoncelli-italia/
Illustrazione digitale @dina_atelier_d 
#stefanosimoncelli #poesia #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere #pequod
Questa storia non è ancora accaduta, ma accadrà Questa storia non è ancora accaduta, ma accadrà sicuramente domani. Ecco cosa dice.

Domani una brava, vecchia maestra condusse i suoi scolari, in fila per due, a visitare il Mueseo del Tempo Che Fu, dove sono raccolte le cose di una volta che non servono più, come la corona del re, lo strascico della regina, il tram di Monza, eccetera.

In una vetrinetta un po’ polverosa c’era la parola “Piangere” … https://cctm.website/gianni-rodari-italia-24/
#giannirodari #piangere #cctmfb #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
Vorrei del vino te e le conseguenze. Charles Buko Vorrei del vino
te
e le conseguenze.

Charles Bukowski 

dipinto Jospeh Lorusso
E come si fa a dire ti voglio bene a una persona a E come si fa a dire ti voglio bene a una persona a cui vuoi bene? 

Jonathan Safran Foer 

foto Steve Chen
Io per esempio, colleziono pensieri. Nicolas Ba Io per esempio, 
colleziono pensieri. 

Nicolas Barreau

foto © Geir Fløde
Disattenzione di Wislawa Szymborska Ieri mi sono Disattenzione di Wislawa Szymborska 

Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare
domande,
senza stupirmi di niente.

Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto.

Inspirazione, espirazione, un passo dopo
l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.

Il mondo avrebbe potuto essere preso per
un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.

Nessun come e perché -
e da dove è saltato fuori uno così -
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.

Ero come un chiodo piantato troppo in
superficie nel muro
(e qui un paragone che mi è mancato).

Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter
d’occhio.

Su un tavolo più giovane da una mano d’un
giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.

Le nuvole erano come non mai e la pioggia
era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.

La terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.

E’ durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.

Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.

foto : Pearl White, 1916
da La distruzione dell’amore, Interno Poesia, 20 da La distruzione dell’amore, Interno Poesia, 2022 … https://cctm.website/anna-segre-italia/
#annasegre #internopoesia #cctmwebsite #linkinbio #anoipiaceleggere #leggere
La teoria del colore Arancione Il colore più fi La teoria del colore Arancione 

Il colore più fiammeggiante del pianeta. E’ il colore del fermento, dell’attesa di qualcosa di migliore, è energia e calore … https://cctm.website/la-teoria-del-colore-arancione/
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Lilybris - Cecilia Roda ✨ Lilybris - Cecilia Roda ✨
Le cose gratuite sono quelle che costano di più. Le cose gratuite sono quelle che costano di più. Come? Costano lo sforzo per capire che sono gratuite.

Cesare Pavese
Cosa rimpiange di più della vita sig. Bukowski: l Cosa rimpiange di più della vita sig. Bukowski: le donne, l’alcol o la poesia?

- Lasciare mia moglie con questa pila di niente. Però vorrei che lei sapesse che tutte le notti dormite accanto a lei, anche le discussioni inutili, erano sempre cose splendide. E le più difficili delle parole che ho sempre avuto paura a dire ora possono essere dette: ti amo.

foto Charles Bukowski & Linda Lee Beighle
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