cctm collettivo culturale tuttomondo Cesare Pavese a Constance Dowling
Cara Connie, volevo fare l’uomo forte e non scriverti subito, ma a che servirebbe?
Sarebbe soltanto una posa. Ti ho mai detto che da ragazzo ho avuta la superstizione delle “buone azioni”? Quando dovevo correre un pericolo, sostenere un esame, per esempio, stavo attento in quei giorni a non essere cattivo, a non offendere nessuno, a non alzare la voce, a non fare brutti pensieri. Tutto questo per non alienarmi il destino. Ebbene, mi succede che in questi giorni ridivento ragazzo e corro davvero un gran pericolo, sostenendo un esame terribile, perché mi accordo che non oso esser cattivo, offendere gli altri pensare pensieri vili. Il pensiero di te e un ricordo o un’idea indegni, brutti, non s’accordano. Ti amo.
Cara Connie, di questa parola so tutto il peso – l’orrore e la meraviglia – eppure te la dico, quasi con tranquillità. L’ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me. […] Amore, il pensiero che quando leggerai questa lettera sarai già a Roma – finito tutto il disagio e la confusione del viaggio -, che vedrai nello specchio il tuo sorriso e riprenderai le tue abitudini, e dormirai da brava, mi commuove come tu fossi mia sorella. Ma tu non sei mia sorella, sei una cosa più dolce e più terribile, e a pensarci mi tremano i polsi.
Cesare Pavese a Constance Dowling
17 marzo 1950
opera: Katrien De Blauwer
Cesare Pavese conobbe Constance Dowling nel capodanno 1950, insieme a sua sorella Doris, a casa di amici. Pavese s’innamorò dell’attrice, che in quel periodo aveva sulle spalle il peso di insuccessi professionali e di una storia finita male con Elia Kazan. Il suo amore però non fu corrisposto e Pavese cercò disperatamente di avvicinarsi a lei.
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Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo 1908-Torino 1950) è stato uno dei maggiori scrittori italiani del secondo dopoguerra.
È stato anche, con Fernanda Pivano, il principale traduttore di romanzi americani moderni in italiano. Grazie a lui giunsero in Italia i testi di Melville, Dos Passos, Steinbeck e Stein.
Tra il 1945 e il 1949 pubblicò “Feria d’agosto”, “Dialoghi con Leucò”, “La casa in collina”, “Il diavolo sulle colline” e il suo ultimo romanzo “La luna e i falò”. Nel 1950 vinse il Premio Strega con il romanzo: “La bella estate”. Il testo è un trittico composto da tre brevi racconti, pubblicati o stesi durante gli anni quaranta.
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