collettivo culturale tuttomondo Carlo Collodi (Italia)
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Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perchè ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo.
Las mentiras, hijo mio, se conocen en seguida, porque las hay de dos clases: las mentiras que tienen las piernas cortas, y las que tienen la nariz larga. Las tuyas, por lo visto, son de las que tienen la nariz larga.
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Carlo Collodi
frammento da Pinocchio, Bemporad, 1911
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illustrazione: Attilio Mussino, Pinocchio, Bemporad, 1911
Impossibile scrivere o parlare del grande illustratore Attilio Mussino senza pensare a Pinocchio, l’immortale burattino creato da Carlo Lorenzini, noto con lo pseudonimo di Collodi.
Mussino, ben consapevole di giungere terzo, nel tempo, a illustrare le famose pagine di Collodi, dopo le due storiche edizioni che avevano visto all’opera prima Enrico Mazzanti (1883) e poi Carlo Chiostri (1901), ha voluto entrare in punta di piedi in un territorio “ormai sigillato da un patrio riconoscimento”, indirizzando ai lettori una prefazione condotta in tono di scusa.
Tanto più che i due precedenti illustratori erano fiorentini, come Collodi, mentre lui era torinese e questa novità andava ad aggiungersi non soltanto all’uso del colore ma soprattutto si aggiungeva ad uno schema interpretativo inusuale, ovvero a un Pinocchio concepito in modo particolarmente burlesco e privato di ogni connotazione carica di troppe responsabilità didattiche.
In realtà, ed era consapevole anche di questo, Mussino non aveva alcun motivo per scusarsi. Le sue illustrazioni furono infatti esposte con enorme successo all’Internazionale torinese del 1911, dove furono premiate con medaglia d’oro e con diploma d’onore e, negli anni a venire, gli consentirono di illustrare un nutrito numero di “pinocchiate”.
Ad esempio, La commedia di Pinocchio di A. Cuman Pertile; Pinocchio a Roma di A. De Ritis; Il primo libro di Pinocchio, di I. Paoletti; Viaggi straordinari di Pinocchio intorno al mondo, di A. Piccioni; Pinocchietto fidanzato, di R.M. Pierazzi, e numerosi altri. Ormai il celebre burattino era diventato “suo”, in qualche modo.
E suo lo era diventato sin dal 1908, quando l’editore fiorentino Bemporad gli aveva proposto il lavoro, subito accettato. (by Felice Pozzo)
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