collettivo culturale tuttomondo Camillo Sbarbaro poesia
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Le parole mi mancano e la voce
e tacerti vicino già mi basta
Camillo Sbarbaro
frammento da Ora che sei venuta, 1931
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opera Renato Guttuso, Giovani innamorati, 1968, particolare
Ora che sei venuta di Camillo Sbarbaro (1888 – 1967)
Ora che sei venuta,
che con passo di danza sei entrata
nella mia vita
quasi folata in una stanza chiusa –
a festeggiarti, bene tanto atteso,
le parole mi mancano e la voce
e tacerti vicino già mi basta.
Il pigolio così che assorda il bosco
al nascere dell’alba. ammutolisce
quando sull’orizzonte balza il sole.
Ma te la mia inquietudine cercava
quando ragazzo
nella notte d’estate mi facevo
alla finestra come soffocato
che non sapevo, m’affannava il cuore.
E tutte tue sono le parole
che, come l’acqua all’orlo che trabocca,
alla bocca venivano da sole,
l’ore deserte. quando s’avanzavan
puerilmente le mie labbra d’uomo
da sé, per desiderio di baciare…
La voce di Camillo Sbarbaro (12 gennaio 1888 – 31 ottobre 1967) è inconfondibile all’interno del panorama poetico del Novecento.
Ligure come Montale, e per questo suo carissimo amico (tanto che Montale gli dedicò una sezione della sua raccolta Ossi di seppia), Camillo Sbarbaro si distingue per essere un”poeta delle piccole cose”.
La sua poesia è un inno alle esperienze quotidiane, alle piccole gioie della vita, agli istanti fugaci delle giornate. Questa “predilezione per le esistenze in sordina” , nelle sue parole, traspare anche dal profondo amore per le forme nascoste della natura che animava Sbarbaro, che oltre a essere poeta è stato uno dei più grandi esperti di licheni al mondo. “Gli incospicui e negletti licheni, a salutarli a vista per nome, pare di aiutarli a esistere”. Il lichene però, per quanto piccolo, è tenacissimo. Vive ovunque. “Non lo scoraggia il deserto; non lo sfratta il ghiacciaio… Teme solo la vicinanza dell’uomo… Il lichene urbano è sterile… Il fiato umano lo inquina”.
Le sue raccolte di poesie portano tutte dei nomi che testimoniano l’attrazione di Sbarbaro per gli aspetti delicati della natura, umana e vegetale: Resine (1911), Pianissimo (1914), Rimanenze (1955), Primizie (1958)
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