cctm collettivo culturale tuttomondo Arthur Schopenhauer (Germania)
Ciò che nei nostri progetti di vita trascuriamo più spesso, quasi di necessità, sono le trasformazioni che il tempo produce in noi stessi; ne deriva che molto spesso miriamo a cose che, quando alla fine le raggiungiamo, non ci si adattano più, oppure passiamo gli anni con i lavori preparatori a un’opera, i quali, senza che ce ne accorgiamo, ci sottraggono nel contempo le forze per l’opera in quanto tale.
Arthur Schopenhauer
Massima nr. 35 da L’arte di essere felici, Adelphi, 1997
Nello sterminato fascio di carte che compongono gli scritti postumi di Schopenhauer si cela un abbozzo di eudemonologia – ossia l’arte di essere felici. Schopenhauer concepì infatti il disegno di radunare in un manualetto, articolandoli in cinquanta massime, una serie di pensieri che era venuto formulando nel corso del tempo e che insegnano come vivere il più felicemente possibile in un mondo in cui «la felicità e i piaceri sono soltanto chimere che un’illusione ci mostra in lontananza, mentre la sofferenza e il dolore sono reali e si annunciano immediatamente da sé, senza bisogno dell’illusione e dell’attesa». Con la lucidità e il rigore a lui consueti, Schopenhauer giunge alla conclusione che la felicità di cui si discorre non è che un eufemismo, giacché «“vivere felici” può significare solo vivere il meno infelici possibile, o, in breve, vivere passabilmente». Il grande maestro del pessimismo riesce così a offrirci una cauta e diffidente guida a una felicità che per questa volta non sarà illusoria e corrisponderà alla «vera esistenza dell’uomo», per Schopenhauer equivalente a «ciò che di fatto accade al suo interno», al suo «piacere interiore».
Arthur Schopenhauer (Danzica, 1788 – Francoforte sul Meno, 1860) è stato un filosofo e traduttore tedesco.
È considerato uno dei maggiori pensatori del XIX secolo, noto per un sistema filosofico che fonde elementi kantiani, platonici e orientali con un pessimismo radicale. La sua opera principale, Il mondo come volontà e rappresentazione, sviluppa una visione metafisica in cui la realtà è dominata da una volontà cieca e irrazionale.
Nato in una famiglia borghese, Schopenhauer abbandonò gli studi commerciali voluti dal padre per dedicarsi alla filosofia, laureandosi a Jena e viaggiando in Europa. La morte del padre, forse suicida, e il rapporto conflittuale con la madre scrittrice segnarono la sua vita, influenzando il suo disincanto verso la società.
Tra le sue opere principali ricordiamo: La saggezza della vita. Aforismi, Saggio sulla visione degli spiriti; Il mondo come volontà e rappresentazione, L’arte di ottenere ragione e L’arte di capire le donne.
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