cctm collettivo culturale tuttomondo Alejandra Pizarnik Lei si spoglia
Lei si spoglia nel paradiso
della sua memoria
lei non conosce il destino feroce
delle sue visioni
lei ha paura di non saper nominare
ciò che non esiste
Alejandra Pizarnik
da La figlia dell’insonnia, Crocetti, 2004
L’opera di Alejandra Pizarnik, autrice di culto nei Paesi di lingua spagnola, è segnata dal senso della perdita, dell’assenza, della solitudine e di una lacerazione senza rimedio. La sua dimensione è un’inscalfibile penombra, in cui Alejandra, figlia dell’insonnia, si muove alla ricerca di un rifugio. E l’unico rifugio possibile è la scrittura, che diventa la sua vita.
foto: Renè Groebli, Paris, 1953 – fair use
traduzione: Claudio Cinti
Alejandra Pizarnik nasce ad Avellaneda (Buenos Aires) il 29 aprile 1936, in una famiglia di emigrati ebrei di origine russa.
Assieme alla sorella maggiore Myriam compie i primi studi in una scuola ebraica, dove impara a leggere e a scrivere in yiddish. Durante l’adolescenza comincia a fare uso di anfetamine per curare i disturbi fisici di origine nervosa che la affliggono. A 18 anni si iscrive alla facoltà di Filosofia, poi a quella di Lettere e infine alla Scuola di giornalismo, ma non porta a termine gli studi. Dal 1960 al 1964 vive a Parigi. Muore a Buenos Aires nella notte tra il 24 e il 25 settembre 1972 per un’overdose di barbiturici.
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