cctm collettivo culturale tuttomondo Albert Camus (Francia)
Questo mondo così com’è fatto non è sopportabile. Ho bisogno della luna, o della felicità o dell’immortalità, di qualcosa che sia demente forse, ma che non sia di questo mondo.
Albert Camus
frammento da Caligola (I atto, IV scena), Gallimard, 1944
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foto: Ana Julia Gobbi – fair use
Albert Camus (Mondovi, 1913 – Villeblevin, 1960) è stato uno scrittore, filosofo, saggista, drammaturgo, giornalista e attivista politico francese.
Con la sua multiforme opera è stato in grado di descrivere e comprendere la tragicità di una delle epoche più tumultuose della storia contemporanea, quella che va dall’ascesa dei totalitarismi al secondo dopoguerra e al concomitante inizio della guerra fredda. Non solo: le sue riflessioni filosofiche, magistralmente espresse in immagini letterarie, hanno una valenza universale e atemporale capace di oltrepassare i meri confini della contingenza storica, riuscendo a descrivere la condizione umana nel suo nucleo più essenziale.
Il suo lavoro è sempre teso allo studio dei turbamenti dell’animo umano di fronte all’esistenza, in balia di quell’assurdo definito come «divorzio tra l’uomo e la sua vita». L’unico scopo del vivere e dell’agire, per Camus, che pare esprimersi dialetticamente fuori dell’intimità esperienziale, sta nel combattere, nel sociale, le ingiustizie oltre che le espressioni di poca umanità, come la pena di morte: «Se la Natura condanna a morte l’uomo, che almeno l’uomo non lo faccia», usava dire.
Camus ricevette il Premio Nobel per la letteratura nel 1957. (fonte Wikipedia)
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Assieme al romanzo Lo straniero e al saggio Il mito di Sisifo, entrambi del 1942, fa parte della cosiddetta trilogia dell’assurdo, nella quale Caligola rappresenta la lotta tra la coscienza individuale e la burocrazia politica e intellettuale, percorsa attraverso le vicende tragiche di un imperatore folle e crudele.
Testo incentrato sul delirio del potere, venne rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1945, al Théâtre Hébertot con Gérard Philipe nei panni dell’imperatore romano.
Nella versione del 1941 acquistano rilievo i personaggi dello schiavo Elicone, liberato da Caligola, e del letterato Cherea, filosofo materialista che fa da antagonista allo stesso imperatore. (fonte Wikipedia)