cctm collettivo culturale tuttomondo Anna Maria Geraci Tonino Guerra
Per non dimenticare Tonino Guerra e il suo visionario mondo poetico di Anna Maria Geraci
“L’ottimismo è il profumo della vita” ripeteva Tonino Guerra (1920 – 2012 Santarcangelo di Romagna) nel celebre spot dei primi anni Duemila. Quella frase è ormai entrata nella nostra memoria come un detto, un modo dire, un mantra che ci invita a condire la vita con grosse dosi di positività. Di frasi e aforismi iconici, però, Tonino Guerra ne ha scritti moltissimi. Solo per citarne qualcuno: “Bisogna creare luoghi per fermare la nostra fretta e aspettare l’anima”, “La luna è l’unico astro che nasce dietro le montagne e tramonta dentro di noi” e “Ricordati che la solitudine tiene compagnia”.
Il ciliegio (da Quattro poesie)
C’era un uomo
coi capelli bianchi
innamorato di un ciliegio.
E quando veniva
la primavera si
metteva sotto i rami
e aspettava che i fiori
gli cadessero nelle mani
e lui li faceva arrivare
a terra piano piano.
Poeta, sceneggiatore, artista, attivista, volto televisivo… il maestro Guerra ha scritto la storia del mondo dello spettacolo, e non solo a livello nazionale.
Amico e collega di Antonioni, Fellini, Monicelli, Rosi, Wenders, Tarkovskij, Anghelopoulos e moltissimi altri, può vantare: un premio Oscar (per Amarcord, scritto insieme a Fellini), cinque Nastri d’argento e quattro David di Donatello. Innumerevoli anche i riconoscimenti in ambito letterario e culturale, soprattutto in Russia, dove le sue opere sono conosciute anche grazie alle traduzioni della sua musa e moglie Eleonora Kreindlina (Lora Guerra). Nella sua patria di adozione viene, infatti, nominato Cavaliere dell’Ordine dell’Onore e dell’Amicizia e Accademico ad honorem dell’Accademia degli Artisti, massime onorificenze nazionali.
Guerra: «[…] La Russia è una terra che mi ha dato moltissimo, mi ha regalato il modo di capire e di inventare le cose. Mi ha riportato a dipingere, cosa che facevo da ragazzo. Mi ha fatto sentire la grande musica che non stava nelle mie orecchie. […] Mi ha ridato quel mondo in bianco e nero che io conservo nella memoria».
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foto: Tonino Guerra e sua moglie Lora
Prima a Santarcangelo, suo paese natale e poi a Pennabilli, poco lontano, nel Montefeltro, dove diceva di essere così in alto da sentire la tosse del Signore, aveva creato un mondo poetico e artistico senza precedenti, con base la sua Casa dei mandorli.
Il maestro aveva anche realizzato un simbolico museo diffuso, chiamato I luoghi dell’anima dove ancora oggi si possono ammirare un’importante serie di istallazioni che invitano l’osservatore alla meditazione, alla fantasia e all’amore verso la natura. Fra questi, il celeberrimo Orto dei frutti dimenticati, il museo più piccolo del mondo de L’angelo coi baffi e il giardino pietrificato di Bascio. Anche nel resto della Romagna, il pensiero creatore di Tonino Guerra è ben visibile in fontane, sculture e moltissimi progetti che abbelliscono piazze e luoghi turistici.
Intervistatore: «Tonino Guerra che cosa significano questi interventi? È una specie di lavoro mistico, il suo. Sta cercando di inventare una religione nuova?».
Guerra: «No, una religione non si inventa. Io sono laico. Semmai sento in questo momento il bisogno di ritrovare un po’ di armonia, mi sento un po’ orientale, un po’ zen… Del resto la Romagna è Oriente, Ravenna è la città più orientale d’ Europa. Guardandomi intorno ho la sensazione che il successo materiale ci ha svuotati dentro, che rischiamo di finire tutti senz’anima, come macchine. Io credo che sia importante dare dei piccoli segnali, fare delle piccole cose, ma concrete. Innanzitutto conservare il nostro patrimonio di bellezza, che è grande e minacciato. […] Io, con qualche amico, do dei consigli alle amministrazioni, cerco di aiutare, e di fare qualche intervento piccolo, che non disturbi, ma che sia il senso del presente […]». [Volli U., Tonino Guerra parola di poeta (articolo web), in «La Repubblica», sez. Archivio, 6 luglio 1994, https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/07/06/tonino-guerra-parola-di-poeta.html]
Ma il suo spirito sensibile e poetico, poliedrico, ha radici lontane, che affondano ai tempi della Seconda guerra mondiale, quando Guerra, allora studente universitario, fu arrestato e deportato al campo di lavoro di Troisdorf, in Germania. Per tenere compagnia e alzare il morale dei compagni di sventura, suoi conterranei, recitava poesie in dialetto e ne inventava di sue. In questo luogo di dolore, compose, la sua lirica, forse, più famosa, La farfalla, un simbolo di bellezza e libertà che sarà sempre presente nel suo percorso artistico.
La farfàla
Cuntént própri cuntént
a sò stè una masa ad vólti tla vóita
mó piò di tótt quant ch’i m’a liberè
in Germania
ch’a m sò mèss a guardè una farfàla
sénza la vòia ad magnèla.
La farfalla
Contento proprio contento
sono stato molte volte nella vita
ma più di tutte quando mi hanno liberato
in Germania
che mi sono messo a guardare una farfalla
senza la voglia di mangiarla.
Tornato a casa pubblica raccolte poetiche dialettali e romanzi di successo, incoraggiato da Bo e Vittorini, ma la vera svolta avviene con il trasferimento a Roma, negli anni Cinquanta, e l’inizio dell’attività di sceneggiatore che affiancherà per tutta la vita a quella di scrittore. Più di centoventi film, varie pubblicità, cartoni animati, disegni, sculture, progetti, poesie e mille idee di bellezza, di salvaguardia del patrimonio naturalistico, di incontro con la cultura e la filosofia orientale. Mille spunti che hanno preceduto, di molto, i pensieri slow food, le tendenze km 0 e di custodia del territorio. Tonino Guerra è stato un visionario che ci ha lasciato in eredita mille pensieri fioriti, mille gesti gentili e mille petali di ottimismo da disseminare nel nostro quotidiano e in tutto il mondo.
Guerra: «L’ultima lezione di sceneggiatura che ho tenuto a Mosca era sulla differenza tra guardare e vedere. Allora mi è venuto in mente un qualcosa che mi è successo. Faccio fermare la macchina su cui ero perché vedo una panchina, mi voglio avvicinare. Era una panchina di ferro diventata verde, piena di muschio. Ho cominciato a capire perché: la trattoria davanti era chiusa, nel giardinetto non andava più nessuno, la panchina soffriva di solitudine. E allora mi sono seduto e l’ho fatta lavorare. Ho voluto darle un po’ di valore: solo allora stavo vedendo, prima guardavo». [Slow food.it, https://www.slowfood.it/ciao-tonino/].
Attualmente, la memoria del maestro è conservata e preservata, oltre che dalla moglie Lora, anche dall’Associazione Tonino Guerra e, ultimamente e dal gruppo Facebook Tonino Guerra Per Sempre, che ha promosso l’appello “Una poltrona per Tonino” per dedicare, al Cinema Modernissimo di Bologna, una poltrona in onore del poeta.
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Anna Maria Geraci, nata nel 1999, è laureata in Letteratura, Lingua e Cultura Italiana, curr. Filologico, e vive a Milazzo (ME).
È un’appassionata di lettura, teatro e giornalismo. Amante della natura e del trekking, ha prestato servizio come capo scout nella sua città. Da alcuni anni si dedica allo studio e alla ricerca di uno dei suoi poeti preferiti, il poliedrico Tonino Guerra. A lui ha dedicato il suo saggio “Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra” (Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2024).
Oggi cura, come amministratrice, il gruppo Facebook “Tonino Guerra Per Sempre”.
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