collettivo culturale tuttomondo Vi piacciono i gatti?
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Rousseau: “Vi piacciono i gatti?”.
Boswell: “No”.
Rousseau: “Ne ero sicuro. È un segno del carattere. In questo avete l’istinto umano del dispotismo. Agli uomini non piacciono i gatti perché il gatto è libero e non si adatterà mai a essere schiavo. Non fa nulla su vostro ordine, come fanno altri animali”.
Boswell: “Nemmeno una gallina, obbedisce agli ordini”.
Rousseau: “Vi obbedirebbe, se sapeste farvi capire da essa. Un gatto vi capisce benissimo, ma non vi obbedisce”
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James Boswell
da Visita a Rousseau e a Voltaire, Adelphi 1993
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traduzione di Bruno Fonzi
foto dal web
James Boswell (Edimburgo, 1740 – Londra, 1795), è stato uno scrittore, giurista e aforista scozzese.
Visita a Rousseau e a Voltaire è tratto da Boswell on the Grand Tour: Germany and Switzerland (1764)
Il giovane Boswell, nel corso del suo grand tour del 1763-1765, ha uno scopo che gli sta a cuore non meno delle visite alle varie corti d’Europa: conoscere personalmente i due astri intellettuali della sua epoca, Voltaire e Rousseau, che vivevano allora in più o meno volontariato confino in Svizzera, a poca distanza l’uno dall’altro.
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Due esseri opposti, egualmente difficili da avvicinare, con i quali Boswell, grazie alla sua straordinaria capacità di farsi benvolere, riuscì subito a stabilire un contatto.
Il suo racconto di tali incontri è un esempio di eccelso giornalismo: da questo botta e risposta, che passa rapidamente dalle minuzie quotidiane ai problemi più vasti, ricaviamo un’impressione vivissima della maniera e del tono dei due scrittori: Rousseau, ipocondriaco, malato, vive in una casetta, accudito da Thérèse Le Vasseur (che dimostra subito un certo faible per il giovane visitatore inglese), parla di donne e di libri, di amicizia e di religione, con scatti d’umore che lo fanno passare dalla magnanimità all’intolleranza verso il suo interlocutore, il quale, per parte sua, resiste indefesso a ogni insolenza.
Voltaire, mondano e mordace, nel suo castello di Ferney, parla di politica e di letteratura inglese senza perdere un’occasione per lanciare le sue frecciate, neghittoso e beffardo di fronte agli inviti a occuparsi dell’anima che il suo candido ospite si sente in dovere di rivolgergli.
Con arte quasi inconsapevole, con un piglio di sorprendente modernità, Boswell è riuscito ad abbozzare un ritratto memorabile dei due più moderni fra i suoi contemporanei. (by Bruno Fonzi)
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