collettivo culturale tuttomondo Teodora Mastrototaro (Italia)
Ancora cosciente mi rivolti vivo nella vasca,
l’acqua bollente rende tenera la morte.
Un paio di minuti è il tempo che ci vuole
per far puzzare il cielo.
Il porco dopo di me non sa nuotare,
gli basterà un secondo per farsi trasformare
nel bianco del carcame scolorito.
Un braccio meccanico mi spinge giù in fondo
nel mare sospeso di rosso.
Il porco ha gli occhi fissi su di me che fremo,
mi opprimo, continuo a calare.
Quando l’inferno non ti brucia più ne fai parte
o non esisti.
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Teodora Mastrototaro
da Legati i maiali, Marco Saya Edizioni, 2020
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Illustrazione: Zdzisław Beksiński
Teodora Mastrototaro è nata a Trani nel 1979 e vive a Roma.
Ha esordito con la raccolta Afona del tuo nome (La Vallisa 2009), tradotta dal poeta Jack Hirschman con il titolo Can’t voice your name (CC. Marimbo 2010). Autrice di testi teatrali tra cui La seconda stanza (Festival delle donne e dei saperi di genere), Inumanimal (vincitore al “Festival delle Arti Luccica” come miglior Atto Performativo), A Senza nome (spettacolo patrocinato da Amnesty International Italia e dall’Associazione Antigone) Felicia –Frammenti di Felicia Impastato, Alda – Nell’intimità dei misteri del mondo.
Direttrice artistica, insieme a Maurizio Evangelista, del festival Notte di poesia al Dolmen. Legati i maiali (finalista al premio Arcipelago Itaca per la sezione “Raccolta inedita) è la sua seconda pubblicazione poetica.
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Raramente in poesia è accaduto che un argomento come lo sfruttamento animale sia stato approfondito attentamente.
Fu il caso del fortunato libro di Ivano Ferrari, Macello, racconto in versi di un’esperienza crudissima vissuta in un mattatoio. Ed è anche il caso di questo secondo libro di Teodora Mastrototaro, dal titolo Legati i maiali. Con le dovute e ovvie differenze, l’autrice di origini pugliesi attraversa un’esperienza simile a quella di Ferrari, muovendo però le due sezioni del libro in altrettanti momenti dove sono inizialmente gli stessi animali a parlare del proprio dolore, e di seguito i loro carnefici.
E se la scrittura della Mastrototaro affascina per il suo variare tra un’esecuzione più statica alternata a momenti di vera e alta passionalità espressiva, ciò che più sorprende in questo libro è la pulsione di ogni animale alla vita, vissuta per istinto e condotta interferendo il meno possibile, o quanto meno inconsapevolmente, sul ciclo vitale dell’intera esistenza. Al contrario dell’essere umano che, pur vivendo, non sa fare a meno di provocare in se stesso e negli altri la morte in cambio di una voluttà oramai accessoria e demoniaca, quale quella del sacrificio della vita in cambio di un “appagamento” personale.
È questo il messaggio più importante di un libro di denuncia del genere: che la vita resti alla vita e che la morte non sia un esercizio voluto dall’uomo ma solo il destino di ogni essere vivente. (by Antonio Bux)