cctm collettivo culturale tuttomondo Mark Rothko (USA)
opera: Mark Rothko, Yellow and Blue (Yellow, Blue on Orange), 1955 – ubicazione: Pittsburgh, Carnegie Museum of Art
Mark Rothko, pseudonimo di Markus Yakovlevich Rothkowitz (Daugavpils, Lettonia, 1903 – New York, 1970), è stato un pittore statunitense di origini ebraico-lettone, considerato uno dei maestri dell’Espressionismo astratto e del Color Field Painting.
Le sue opere più celebri sono caratterizzate da campiture di colore astratte di grandi dimensioni, spesso rettangolari e dai bordi irregolari, che creano un’atmosfera meditativa e coinvolgente. Rothko era convinto che l’arte dovesse evocare emozioni profonde nello spettatore, e per questo motivo utilizzava il colore in modo espressivo e simbolico.
L’evoluzione artistica di Rothko lo vede inizialmente impegnato in rappresentazioni urbane che evocano non la freschezza del reale, ma spazi angusti e solitudini, come quelli della metropolitana. Sono il soggetto dei suoi Subway Paintings. Sopravvive la rappresentazione della figura umana, ma appiattita in una dimensione bidimensionale. Con gli anni Quaranta la rappresentazione dell’uomo scompare per lasciare il posto a motivi mitologici e surreali.
A partire dagli anni Cinquanta, sviluppò il suo stile maturo, caratterizzato dalle grandi campiture di colore. Nelle tele di Rothko comincia a delinearsi una disposizione orizzontale e parallela tra le macchie di colore, che diventano come rettangoli che ora hanno la stessa larghezza, ora invece si espandono sia verso il basso sia lateralmente. Le tele sono grandi fino a rasentare i tre metri di altezza. In questa fase predominano i gialli e i rossi luminosi e intensi.
Nel 1958 presso il padiglione statunitense della XXIX Biennale di Venezia fu presentato un gruppo di opere di Rothko. Fu allestita una «Stanza Rothko» che riuniva dieci opere realizzate tra il 1957 e il 1958. In esse si coglie il passaggio a un cromatismo dai toni più scuri: dagli squillanti rossi, arancioni, gialli, si passa ai blu-verde, ai marroni, ai contrasti rosso-nero.
Dal 1964 Rothko comincia a utilizzare la pittura monocroma con i cosiddetti Blackform Paintings, nei quali un’unica superficie di forma tendenzialmente quadrata fluttua su un fondo dalla tinta unita, fino a quadri nei quali sembra che sia nero dipinto su nero. Se però lo spettatore ha pazienza e si sofferma più a lungo senza passare subito oltre, scoprirà un gioco di contrasti tra il luminoso e il cupo, tra l’opaco e il lucido.
Tra il 1969 e il 1970, gli ultimi due suoi anni di vita, Rothko approfondisce ed estremizza l’uso di colori più cupi. È il tempo dei Black on Gray, o anche Brown on Gray, Paintings. Qui la bipartizione orizzontale è perfetta con rigore e distacco: la metà inferiore è grigia, quella superiore nera o marrone. Lungo la linea di separazione tra i due colori l’orizzonte si increspa come a esprimere una forte tensione tra le due aree.
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